A meno di un mese dalle elezioni presidenziali in Colombia, il candidato del Pacto Histórico, Gustavo Petro, rinuncia alla visita nel distretto cafetero (la regione di Antioquia, Quindio e Risaralda, 320 km a ovest di Bogotà), prevista per il 3 e 4 maggio, per ragioni di sicurezza. Il gruppo paramilitare “Cordillera” starebbe pianificando un attentato al candidato della coalizione progressista.

Nel comunicato diffuso ieri a Bogotá, l’equipe della campagna assicura che «ha avuto accesso a fonti altamente affidabili e ad alcuni membri delle istituzioni di polizia», che avrebbero indicato una possibile collaborazione tra il gruppo paramilitare e agenti dello Stato, nella fattispecie la Sijin (Seccional de Investigación Criminal). Da parte sua, la forza pubblica ha negato di essere a conoscenza del piano di attentato nei confronti del leader Gustavo Petro, minimizzando la portata della minaccia.

Il gruppo “Cordillera” si dedica principalmente all’estorsione e al traffico di stupefacenti nella regione occidentale del paese, ma anche al sicariato e all’omicidio selettivo di leader sociali e difensori del territorio. Uno degli assassini del giovane studente Lucas Villa, ucciso nei pressi della città di Pereira durante la rivolta di aprile del 2021, sarebbe parte della pianificazione dell’attentato. Come altri gruppi paramilitari presenti nel Paese, negli ultimi anni la “Cordillera” ha avuto un’importante espansione territoriale, a seguito della mancata implementazione degli accordi di pace tra lo stato colombiano e le Farc-Ep e l’elezione del governo di estrema destra di Ivan Duque.

Nel mese di aprile anche le Aguilas Negras e il Bloque Capital, altri gruppi paramilitari, avevano minacciato la candidata alla vicepresidenza, Francia Marquez e altri esponenti del Pacto Historico. Nel frattempo, il governo uscente non avrebbe implementato le misure di sicurezza necessarie per l’integrità fisica dei candidati dell’opposizione.

Oltre alla crescita delle minacce, negli ultimi giorni la violenza ha interessato nuovamente il Cauca (Sudovest del Paese), dove un’autobomba ha colpito il municipio di Argelia. Sempre nel Cauca, il leader indigeno nasa Yesid Caña è stato assassinato da gruppi armati a Miranda il 30 aprile. In questa stessa regione, Indepaz (Instituto de Estudios para el Desarrollo y la Paz) segnala il 37mo massacro dall’inizio del 2022, dove ad oggi sono già stati assassinati 64 attivisti sociali, ambientali e difensori del territorio.

Tutto ciò si somma al clima da colpo di Stato che hanno suscitato le recenti dichiarazioni del generale dell’esercito Eduardo Zapateiro. Rompendo il patto di neutralità delle forze armate in campagna elettorale, il maggior esponente dell’ala dura della destra colombiana ha manifestato una certa insofferenza di una fetta rilevante delle gerarchie militari dinanzi a una possibile elezione di Gustavo Petro.

Nonostante il clima di intimidazioni che sta inasprendo il dibattito politico giunto all’ultimo mese di campagna, Gustavo Petro è in testa nei sondaggi dallo scorso marzo, superando il candidato della destra Federico Gutierrez. L’ultimo studio di Percepción País registra un 36,4% di preferenze a Petro contro il 30,6% per il suo principale avversario. Per il probabile ballottaggio che si realizzerà il 19 di giugno, i dati presentano invece un testa a testa tra i due sfidanti.