Una discarica tossica acquistata dal gigante francese Veolia ha devastato vite e biodiversità in Colombia», lo denuncia l’ong internazionale Global Witness. L’impianto è collocato nel dipartimento di Santander, nel nord del Paese. La presunta devastazione delle comunità locali e dell’ambiente sarebbe iniziata a partire dal 2015. Tutti coloro i quali hanno contrastato l’attività industriale avrebbero ricevuto minacce di morte da parte di gruppi paramilitari. L’ingresso del gigante francese è avvenuto nel 2019. E la società sostiene di aver bonificato il sito.

TUTTAVIA SECONDO le associazioni locali la contaminazione non si sarebbe mai arrestata. Per questo chiedono la chiusura dell’impianto. Veolia lo ha acquistato dall’azienda locale Rediba, protagonista di uno scandalo nel 2016 dopo un’ispezione del Ministero dell’Ambiente colombiano. Le autorità allora scoprirono una vasca dove venivano destinati gli inquinanti liquidi della discarica, fuori dall’area di pertinenza. La cisterna non era dotata di alcun filtro per le sostanze chimiche tossiche, che sono di fatto confluite nel torrente Moncholo e nella palude di San Silvestre. Nelle zone umide di quest’area si trova la comunità di Patio Bonito tra le lagune e la foresta tropicale.

«PER DECENNI, QUESTI ECOSISTEMI ricchi di biodiversità – si legge nel rapporto – hanno fornito cibo, pesce, acqua e attività ricreative agli abitanti del villaggio. Oggi non forniscono nulla di tutto ciò. I residenti dipendono ora per l’acqua dalle consegne bisettimanali di camion cisterna che, a loro dire, sono finanziate dai contribuenti colombiani». E ancora: «Non possono più pescare – scrive Global Witness – o cacciare la fauna selvatica nei corsi d’acqua della zona. Si lamentano del cattivo odore che pervade l’area, costringendo le imprese locali a chiudere. E affermano di soffrire di asma e di altri problemi di salute».

LA CONTAMINAZIONE DELLA FALDA acquifera e dei corsi d’acqua ha avuto degli effetti devastanti: secondo gli ambientalisti locali ci sono state numerose le morie di pesci e di altri animali selvatici. Per i medici della zona vi sono impatti gravi sulla salute dei residenti di Patio Bonito. Nonostante la sentenza del 2017 della Corte costituzionale colombiana, da cui la società Rediba è stata ritenuta responsabile di aver violato «i diritti alla salute e a un ambiente sano» dei cittadini e il loro «diritto all’uguaglianza e a vivere in condizioni dignitose», l’impianto è rimasto aperto. La società avrebbe dovuto mitigare gli impatti, tutelando l’ambiente e consentendo alla comunità di accedere all’acqua potabile. Successivamente a questi obblighi è subentrata Veolia.

IL COLOSSO FRANCESE ha dichiarato a Global Witness di aver provveduto ad adempiere a quanto stabilito dalla Corte costituzionale. «Dall’acquisizione da parte di Veolia Colombia nel 2019 – ha detto la multinazionale – la situazione operativa della discarica, oggetto della sentenza del tribunale del 2017, si è normalizzata e ad oggi non ci sono indagini aperte o questioni pendenti con le autorità ambientali». L’azienda ha detto che l’impianto è conforme agli «standard di servizio, operativi, di sicurezza e di qualità ambientale».

NON SONO DELLO STESSO AVVISO le organizzazioni locali. Da un’indagine condotta dall’Ong San Silvestre Green attraverso un drone, gli attivisti sostengono di aver rilevato presunte infrazioni ambientali che starebbero compromettendo l’ecosistema dell’area protetta. Sarebbe a rischio anche l’acqua per via della dispersione del percolato. L’Ong assicura di essere pronta a intentare una causa legale contro Veolia per ottenere che venga multata e privata della licenza per proseguire le attività industriali. La società nega che ci sia contaminazione dei corpi idrici: «Tutto il percolato – ha detto – viene trattato all’interno dell’impianto utilizzando la tecnologia dell’osmosi inversa, introdotta da Veolia Colombia, e l’acqua ottenuta viene riutilizzata». L’accesso all’acqua potabile per i cittadini – imposto dalla sentenza – ad oggi non è ancora stato realizzato. La società si dice ancora impegnata a cercare delle soluzioni. Nel mentre la risorsa idrica viene distribuita con delle autocisterne.

«VEOLIA NON HA FORNITO UNA SOLA GOCCIA d’acqua ai residenti di Patio Bonito, è il comune locale che lo sta facendo e che ha investito più di mille milioni di pesos per farlo», sostiene l’Ong San Silvestre Green. L’area prima dell’apertura della discarica, nel 2014, faceva parte del «corridoio del giaguaro», una rete internazionale di aree protette che collega le popolazioni di grandi felini dell’America centrale con quelle dell’Amazzonia. Con l’apertura della discarica, osteggiata da ambientalisti e animalisti, sono iniziati i monitoraggi sullo stato di salute della popolazione. I maggiori danni sarebbero nella fascia pediatrica.

IL DOTTOR YESID BLANCO HA RIFERITO a Global Witness di bambini nati senza cervello e morti alla nascita, una condizione nota come anencefalia. Altri neonati sono nati con cicatrici, eruzioni cutanee e bolle. «In totale – fa sapere l’Ong – il dottor Blanco, insieme al quotidiano colombiano Semana, ha documentato 27 casi di una rara condizione cutanea nota come Job, che di solito colpisce un neonato su 100 mila, a Barrancabermeja (la città nel dipartimento di Santander, ndr) tra il 2016 e il 18 è stato registrato un numero 500 volte superiore alla norma». Dopo queste dichiarazioni – secondo Global Witness – il dottor Blanco avrebbe ricevuto minacce di morte che lo hanno costretto a lasciare la Colombia.

SECONDO LA STAMPA LOCALE LA GESTIONE dei rifiuti rientrerebbe fra le attività dei gruppi paramilitari. Su un opuscolo di un gruppo paramilitare di estrema destra sarebbero apparsi anche i nomi di vari attivisti, incluso quello di Oscar Sampayo, che ha denunciato l’impatto della discarica e poi sarebbe stato costretto a fuggire. La storia di Patio Bonito si inserisce in un clima di violenza, noto in Colombia, a causa di innumerevoli conflitti interni e di una storica instabilità politica.