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Clima, le storie al femminile

Clima, le storie al femminile

Libri «Siamo tutti Greta» dà voce a chi vive nei luoghi meno raccontati. E spesso sono le donne che sentono maggiormante il peso degli impatti dei cambiamenti climatici

Pubblicato circa un anno faEdizione del 5 ottobre 2023

Quante volte abbiamo raccontato la crisi climatica parlando di riscaldamento globale, innalzamento del livello dei mari, fusione dei ghiacciai, eventi estremi che diventano sempre più estremi? In merito a ciò, i dati della scienza parlano chiaro e il compito di chi li comunica non è convincere ma fornire strumenti per facilitarne la lettura e la comprensione, affinché la conoscenza possa tradursi in azioni consapevoli. Ci troviamo in un periodo storico in cui sempre più spesso facciamo esperienza diretta degli effetti del riscaldamento globale, quando le nostre città si allagano per le forti alluvioni o quando la siccità ci mette di fronte alle conseguenze della scarsità idrica. Una su tutte, i danni all’agricoltura e le ripercussioni sul mercato alimentare. Non bisogna quindi guardare troppo lontano, né allungare l’orizzonte temporale a molti decenni in avanti per toccare con mano gli effetti del riscaldamento globale, poiché essi sono già qui ed ora. Ciò che fa la differenza, spesso, tra poter reagire o soccombere, è la capacità di un territorio o di una comunità di far fronte a quegli impatti, di avere i mezzi per adattarsi.

APPARE SEMPRE PIÙ EVIDENTE, inoltre, come la comunicazione della crisi climatica necessiti di un nuovo registro, un po’ meno «scientifico», anzi del mescolamento tra registri diversi, un mix di linguaggi che crei intimità, familiarità, abitudine nel pensare a questi temi. Una narrazione nuova che non ci faccia sentire soli di fronte a un problema enorme, che ci faccia stare tutti dalla stessa parte per portare il proprio contributo affinché si possa fare la differenza, insieme, per realizzare qualcosa di bello. Un po’ come quando si va a un concerto, e si canta all’unisono. A tale scopo, l’arte, la musica, il teatro, la scrittura si sono mescolati al linguaggio scientifico creando una narrazione molto efficace, che è esplosa in tante belle iniziative negli ultimi tempi con effetti a mio avviso portentosi. Quando poi l’oggetto del racconto sono le storie delle persone, invece che i dati, o i grafici, allora l’effetto è ancora più dirompente. In Siamo tutti Greta. Le voci inascoltate del cambiamento climatico, uscito per Edizioni Dedalo lo scorso anno, Sara Moraca ed io abbiamo cercato di fare questo esperimento. Sara, che è (anche) una giornalista, ha raccolto testimonianze dirette di come uomini e donne che vivono in luoghi oggi particolarmente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici stiano vedendo le loro vite cambiare o stiano reagendo per contrastare i cambiamenti in corso, con azioni che partono dal basso per poi, spesso, allargarsi a macchia d’olio.

IO, CHE SONO UNA CLIMATOLOGA, ho aggiunto un racconto scientifico, basato sui dati e sulle ricerche, su come il clima sta cambiando e si prevede che potrà cambiare nei luoghi che sono il teatro delle vite raccontate da Sara. C’è poi un elemento che credo valga la pena sottolineare: la maggior parte delle storie riguarda persone che vivono in posti della Terra meno raccontatati, come Uganda, paesi Balcanici, Isole del Pacifico, la regione Himalayana, il Bangladesh, l’Asia centrale, la (ex) Mezzaluna fertile, e queste persone sono per lo più donne.

NON A CASO. LE DONNE SENTONO maggiormente il peso del cambiamento climatico nelle società in cui sono ancora fortemente discriminate e godono di pochi diritti, e così la crisi climatica non fa che accentuare ancor più le disparità di genere. Nel libro abbiamo raccontato storie di donne le cui voci sono rimaste a lungo inascoltate anche perché provengono da paesi in cui è più difficile farsi sentire, donne che soffrono e resistono. Donne che agiscono, anche, e che spesso sono portatrici di cambiamento positivo e innovazione.

LA STORIA DI ANISA ABIBULLOEVA, ad esempio, una giovane attivista che vive in Tagikistan. Anisa non ha mai avuto a disposizione strade o piazze in cui scendere a protestare per il clima insieme ad altri ed altre giovani come lei, come è spesso accaduto, invece, anche in Italia. Il Tagikistan è uno stato in cui è di fatto vietato manifestare a meno che non sia per favorire il leader politico di turno. Ma è anche un paese duramente colpito dalla crisi climatica: con montagne che stanno perdendo i propri ghiacciai, provocando inondazioni ed esondazioni di laghi glaciali. Con un’agricoltura che deve fare i conti non solo con le inondazioni ma anche con la desertificazione, già iniziata in epoca sovietica quando per favorire le coltivazioni di cotone si è arrivati a conseguenze estreme, come il prosciugamento del mare d’Aral.

IL TAGIKISTAN VIVE INOLTRE un «rinascimento nero», con la proliferazione dell’industria del carbone seguita alla crisi dell’approvvigionamento di gas. Anisa ha potuto manifestare per il clima solo tra le mura della sua università, e a lungo lo ha fatto completamente da sola. Poco a poco, col tempo, è riuscita ad attivare alcuni suoi compagni di studi. Alla domanda che Sara le ha posto, se si fosse mai sentita sola in quei momenti, però, Anisa ha risposto di no, perché sapeva che la sua voce si stava unendo a quella delle attiviste e degli attivisti di tutto il mondo. E anche questo le ha dato la forza di scrivere un libro, per bambini, sulla crisi climatica.

CIÒ CHE TIENE INSIEME TUTTE LE STORIE che abbiamo raccontato nel libro è la consapevolezza che stiamo costruendo un mondo sempre più difficile per molti, in cui il clima che cambia troppo in fretta diventa un moltiplicatore di minacce, insicurezza alimentare e idrica, migrazioni, conflitti, ingiustizie. La prima grande ingiustizia è sapere che le conseguenze peggiori della crisi climatica, oggi, le stiano pagando paesi e persone che hanno contribuito molto poco a generarla. Siamo tutti Greta è un’incitazione per tutte e tutti a diventare protagonisti di un cambiamento positivo con le nostre azioni e con la partecipazione attiva alla vita pubblica o anche politica, con l’attivismo, con lo studio. Anche ispirati dalle storie di altri, e altre, che avremmo potuto essere noi, e che nonostante le difficoltà e le sofferenze provano a reagire mostrando spirito di iniziativa, resistenza, e coraggio.

* Climatologa, docente di Fisica del Clima all’Università di Torino. Interverrà sabato 7 ottobre al festival «Bergamoscienza 2023»

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