Civati: «L’opposizione è plurale, non serve una sola sigla»
Sinistra Il fondatore di Possibile e l'opposizione a Salvini. Il ruolo dei cinque stelle e le prospettive della sinistra dopo il sit-in di Milano.
Sinistra Il fondatore di Possibile e l'opposizione a Salvini. Il ruolo dei cinque stelle e le prospettive della sinistra dopo il sit-in di Milano.
«Finora Salvini lo abbiamo sottovalutato», dice Pippo Civati, fondatore di Possibile. È stato lui a lanciare l’idea del sit-in che martedì scorso ha riempito la piazza milanese.
Civati, c’erano dal Pd a Potere al popolo e c’era tanta gente. Cosa le pare più importante?
Senza dubbio vedere una piazza piena di persone di fatto auto convocate in un martedì di fine agosto a metà pomeriggio. Quando sabato scorso ho proposto di incontrarci a Milano contro la retorica indegna del ministro Salvini confidavo in una buona partecipazione, ma non mi aspettavo una tale risposta. È il segnale che c’è ancora qualcosa di diverso rispetto al nuovo pensiero corrente.
Ma è sufficiente l’antisalvinismo? Non si rischia di gonfiare Salvini ulteriormente?
È una teoria un po’ curiosa, semmai lo abbiamo sottovalutato. Lo abbiamo lasciato parlare senza smontare la sua retorica. L’anno scorso era sempre in televisione, forse chi lo invitava pensava che le persone ascoltandolo avrebbero votato per chi era più moderato. Non è andata così. Per cui proverei a ostacolarlo senza troppi calcoli politici. Esiste una volontà di reagire a questa deriva. Lo abbiamo visto la settimana scorsa a Catania e a Milano e a Rocca di Papa, contro CasaPound.
I 5 stelle sono ormai definitivamente nel campo avverso o possono tornare le condizioni per un dialogo futuro?
Loro stanno rischiando tutto. Stanno puntando tutto su questo governo, ma non hanno fatto i conti con la potenza comunicativa di Salvini, che può crescere visto com’è ridotta la destra. I 5 stelle devono decidere quale strada prendere. Di Maio è di destra, sull’immigrazione si era già visto. Fico ha tutta un’altra posizione. Forse dentro M5S esistono già due partiti.
Laura Boldrini rilancia l’idea di una lista unica alle prossime elezioni europee. Può essere una prospettiva per la sinistra che si è ritrovata in piazza?
Preferirei far crescere questa mobilitazione. A Milano si potrebbe dire che c’erano tutte le bandiere o nessuna, non ci sono state primogeniture. Per una lista unica rimangono dei problemi politici. Certo non posso candidarmi insieme a Minniti. L’importante adesso è fare opposizione e per quella non serve una sola sigla. Può essere plurale.
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