Cita l’antifascismo, insulti a consigliera Pd in Veneto
Il caso Marcon (Venezia), nel mirino dei meloniani la consigliera dem Margherita Lachin. La condanna di Bonaccini: «Dove arriveremo?». Bufera sull'assessora regionale Donazzan (Fdi) che accusa: «I matrimoni misti con i musulmani favoriscono il terrorismo»
Il caso Marcon (Venezia), nel mirino dei meloniani la consigliera dem Margherita Lachin. La condanna di Bonaccini: «Dove arriveremo?». Bufera sull'assessora regionale Donazzan (Fdi) che accusa: «I matrimoni misti con i musulmani favoriscono il terrorismo»
Durante una seduta del consiglio comunale di Marcon (Venezia) ha osato riferirsi alla «Costituzione antifascista». Per questo la consigliera Pd, all’opposizione, Margherita Lachin, il 3 giugno ha ricevuto insulti e persino un «vaffa» da Stefano Franceschetto, capogruppo di Fratelli d’Italia. Di più: il presidente dell’assemblea Thomas De Rossi non solo non ha sanzionato il collega che la insultava (si è limitato a gridare «Ordine consiglieri»), ma l’ha rimproverata: «L’antifascismo c’entra abbastanza poco, la invito a continuare con i dovuti modi».
Lachin è parsa stupefatta: «Trovo assurdo essere ripresa per aver affermato un dato di fatto, è evidente che qualcuno qui ha un problema…». Il presidente la interrompe:« Definisca cos’è un dato di fatto, le chiedo un chiarimento, lei ha dato del fascista…chiarisca la sua posizione altrimenti le tolgo la parola». E Lachin: «Io non ho dato del fascista a nessuno. Lei mi sta riprendendo perché ho detto “Costituzione antifascista e non dice nulla a chi mi ha offeso con parolacce?».
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In campagna elettorale tutti i leader sorridonoImmediata la condanna dei dem per l’episodio e la solidarietà a Lachin. Bonaccini le ha telefonato: «È incredibile che chi guida le istituzioni si permetta di riprendere chi ricorda le radici antifasciste della Costituzione e ci siano addirittura consiglieri che arrivano a insultare chi non ha paura di dichiararle. Di questo passo dove arriveremo? Ho detto a Margherita di non mollare perché la sua è la battaglia di tutti gli italiani perbene». «Ormai il germe “vannacciano” ha pervaso la destra, con conseguenze molto pericolose per le nostre istituzioni», gli fa eco la capogruppo Pd in Veneto Vanessa Camani. E Debora Serracchiani: «Dietro una facciata di rispettabilità ufficiale cova e diventa sempre più aggressiva una destra che non si riconosce nella storia del riscatto democratico nazionale, una destra che non sopporta chi ricorda i valori del nostro stare assieme».
Sempre dal Veneto arriva un’altra sparata dal sapore razzista ad opera dell’assessora regionale di Fdi Elena Donazzan, candidata alle europee: «I matrimoni misti fra donne cattoliche e uomini musulmani possono essere un facilitatore delle infiltrazioni del terrorismo islamico. La colpa è la nostra, l’Italia si sta “scristianizzando”». Per i dem «tra i candidati a destra c’è una corsa a chi la spara più grossa, solleticando nostalgie da “Manifesto della razza”».
La deputata Pd Ouidad Bakkali chiama in causa Meloni: «La competizione Vannacci-Fdi sta generando dei mostri. La premier prenda immediatamente le distanze e condanni le parole di Donazzan: è allucinante che chi governa il Paese si affianchi a persone che pronunciano frasi razziste e xenofobe che sembrano provenire dal medioevo. Quanto afferma offende migliaia di famiglie e la comunità musulmana, dovrebbe dimettersi».
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