Italia

«Clima politico legittima l’aggressione»: insulti e sputi interrompono il film su Berlinguer

Un frame del film Berlinguer, la grande ambizioneUn frame video del film «La grande ambizione»

Roma Sospesa la proiezione de «La grande ambizione», attacco anche al circolo culturale Mario Mieli. E intanto Forza Nuova annuncia la sua adunata militante

Pubblicato circa 18 ore faEdizione del 15 novembre 2024

«Non può certo essere derubricato come una “ragazzata”», dice Giovanni Barbera. L’esponente del comitato nazionale di Rifondazione comunista si riferisce, con tono grave, a quanto accaduto sabato scorso durante una proiezione del film su Enrico Berlinguer La grande ambizione. Siamo al Cinema Atlantic, nel quartiere Tuscolano, quadrante est della capitale. Un gruppo di persone incappucciate, forse già presenti all’interno del cinema in una delle sale adiacenti, fa irruzione davanti allo schermo numero 3 e facilita l’ingresso di altri complici dalle porte esterne. L’obiettivo è disturbare la proiezione della pellicola sul segretario del Pci. In tutto sono una decina di soggetti: sputi per terra, urla («comunisti di merda»), insulti a una donna nera. Tra gli spettatori, comprensibilmente spaventati, una persona riesce a contattare le forze dell’ordine. Intanto la visione del film viene interrotta. Preoccupati per «l’aria che tira», il Coordinamento antifascista e antirazzista del VII municipio di Roma, di cui un membro era presente alla proiezione del film, hanno convocato ieri sera una riunione straordinaria e urgente nel quartiere.

Di parole d’odio, a Roma, se ne sono lette anche a sud, nel quartiere San Paolo: mercoledì notte la scritta «froci» ha imbrattato le scale dell’edificio dove ha sede il Circolo culturale Mario Mieli, storica associazione impegnata nella tutela dei diritti delle persone lgbtqia+. «Non si tratta solo di vandalismo: questo è il risultato di un clima culturale e politico che rende legittima l’aggressione. Colpire un’istituzione culturale, un luogo di supporto e lotta come il nostro, è un atto che nasce dalla percezione di impunità. Quando si sentono liberi di farlo è perché credono, a ragione, che le istituzioni e il governo non si scandalizzeranno, che la società volterà lo sguardo», ha commentato il presidente dello storico circolo, Mario Colamarino. Per Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil: «Quel che accade non può non richiamare precise responsabilità, provenienti dalla stessa matrice politico-culturale, a noi ben chiara, che si rese colpevole dell’assalto alla nostra sede». Dure condanne anche da parte di Riccardo Magi (+Europa), Marta Bonafoni, Nicola Zingaretti, Eleonora Mattia (Pd) e Fabrizio Benzoni (Azione).

Nel mix di tensione e impunità si inserisce l’annuncio del gruppo di estrema destra Forza Nuova sulla pagina Facebook «Effenne Roma», escamotage per eludere l’interdizione dal social network, che lancia un’«adunata militante» domenica 17 novembre a circa 300 metri dalla contestatissima via Acca Larenzia. Qui ogni 7 gennaio si ripetono saluti romani e lodi ai camerati caduti del Msi. 

Enzo Foschi, segretario del Pd di Roma, ha chiesto al prefetto Lamberto Giannini di evitare il raduno di Forza Nuova. Ma il movimento di ultra destra non intende fermarsi e ha già annunciato per l’otto marzo 2025 il memorial di Massimo Morsello, ex Nar (nuclei armati rivoluzionari). «Non è soltanto un doveroso ricordo ma una promessa di vittoria», si legge nel post Facebook che annuncia l’evento. Tutto questo dopo il corteo dei patrioti di Casapound a Bologna che, pochi giorni fa, ha sfilato vicino alla stazione della strage neofascista del 2 agosto 1980. Almeno lì, la risposta antifascista dei bolognesi non si è fatta aspettare. 

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