Ciotti resta in sella. E c’è una bozza per l’alleanza destra-estrema destra
Francia Bardella studia da primo ministro. È il modello “Meloni” che Bolloré vuole importare a Parigi
Francia Bardella studia da primo ministro. È il modello “Meloni” che Bolloré vuole importare a Parigi
Cosa può pesare una decisione del tribunale di Parigi sulla validità dell’espulsione di Eric Ciotti dalla carica di presidente dei Républicains (Lr), perché ha annunciato l’accordo elettorale con l’estrema destra del Rassemblement national? I giudici erano stati interpellati da Ciotti, che ha contestato la legalità dell’esclusione realizzata dalla direzione Lr, avvenuta mercoledì. Il tribunale ha invalidato la decisione.
L’ALLEANZA DI DESTRA ed estrema destra si sta costruendo. Jordan Bardella, che aspira ad essere primo ministro in caso di vittoria di Rn, ha annunciato che in circa una settantina di circoscrizioni (su 577) è stato concluso un accordo Rn-Lr area Ciotti, cioè ci sarà un solo candidato sostenuto dalle due formazioni. Malgrado l’opposizione del leader di Reconquête, Eric Zemmour, già Marion Maréchal, che era capolista del partito alle europee, si è schierata a favore di un voto per le liste Rn-Lr area Ciotti.
È LA PRIMA BOZZA del progetto che ha in mente da tempo il miliardario Vincent Bolloré, ormai alla testa di un impero dei media (CNews, Canal+, Europe 1, Paris-Match, JJD ecc.). È il modello “Meloni” che Bolloré vuole importare in Francia. Le sue tv, radio e giornali sono molto attivi per promuovere questo progetto, che però ha trovato per il momento un ostacolo inatteso nella direzione di Lr. Ma le prime incrinature già si vedono nel fronte anti-Rn sbandierato dalla direzione.
Il Rassemblement è arrivato in testa nel 93% dei comuni francesi alle europee. François-Xavier Bellamy, che era capo-lista Lr alle europee (7%), ha affermato: se al ballottaggio del secondo turno, il 7 luglio, sarò di fronte alla scelta tra un candidato Rn e uno del Nuovo Fronte popolare, voto senza dubbio per il primo. I cacicchi di Lr lo hanno subito zittito. Gérard Larcher, presidente del Senato, ha ribattuto che di fronte a questa alternativa, la sua scelta sarà di votare bianco.
L’EVENTUALITÀ DI UNO SCONTRO Rn-Nuovo Fronte Popolare al secondo turno è molto alta: stando a delle proiezioni, potrebbe accadere in 563 circoscrizioni su 577. Questo dato sta gettando nello sconforto la lista di Macron, Ensemble, che è minacciata di quasi sparizione. La campagna è guidata dal primo ministro, Gabriel Attal, nella speranza di vedere il presidente della Repubblica in una posizione defilata, per evitare che anche le legislative anticipate si trasformino, come le europee, in un referendum anti-Macron. Nei santini elettorali la foto di Macron scompare. La maggioranza mette in evidenza l’enorme rischio di un voto di destabilizzazione non solo della Francia ma anche della Ue, un Brexit francese.
RN SENTE GIÀ LA VITTORIA in tasca. Ma, a differenza della sinistra, non ha ancora presentato un programma di governo. Marine Le Pen mette già le mani avanti: afferma che farà fare un audit dello stato del paese, un modo per fare marcia indietro preventivamente su promesse irrealizzabili, come il ritorno alla pensione a 60 anni rimandato «a un secondo momento», o altre larghezze sociali, fatte per conquistare il voto popolare di cittadini che si sentono abbandonati, perdenti della mondializzazione che in Francia si è tradotta con un aumento delle differenze di ricchezza, anche se in misura minore che in altri paesi occidentali.
Per ora l’estrema destra insiste sul potere d’acquisto, l’immigrazione, la sicurezza, il taglio all’Iva sull’energia per ridurre il prezzo. Ma già afferma che lo stato del paese lasciato dai sette anni di Macron renderà impossibile fare riforme sociali. In sostanza, Rn, che prende voti popolari con uno pseudo programma sociale, poco per volta si sta avvicinando all’unione delle destre, con un progetto anti-sociale, «senza deficit supplementari», che si affiancherà all’autoritarismo. Rn ha annunciato che annullerà il trattato con l’Algeria che riguarda gli immigrati. Marine Le Pen, senza specificare, ha fatto allusione ieri a un «governo di unità nazionale».
INTANTO, LA CAMPAGNA mostra la debolezza dei candidati. Il deputato Sébastien Chenu ha affermato che verrà soppressa la doppia nazionalità, misura a cui Marine Le Pen ha rinunciato nel 2022. Ieri, Bardella ha confuso gli immigrati e i francesi di origine straniera: comunque, Rn vuole abolire lo jus soli.
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