Cina, primo giorno senza morti da Covid da gennaio
Da oggi revocato il blocco alla circolazione a Wuhan Ripresa economica faticosa: in tre mesi mezzo milione di aziende costrette a chiudere
Da oggi revocato il blocco alla circolazione a Wuhan Ripresa economica faticosa: in tre mesi mezzo milione di aziende costrette a chiudere
Ieri in Cina si è registrata la prima giornata senza vittime da Covid da gennaio; un altro elemento che aiuta Pechino a uscire dall’epidemia che ha colpito duramente la regione dell’Hubei ma che ha finito per complicare le cose a tutta la macchina economica nazionale. Secondo quanto diffuso dal centro nazionale per la salute, ieri in tutto il paese si sono registrati 32 nuovi casi, tutti «di ritorno», mentre sono stati segnalati altri 30 casi asintomatici (un grattacapo non da poco, non solo per Pechino).
NEI GIORNI SCORSI, intanto, sono tornate alla normalità alcune zone della città di Wuhan, l’epicentro del focolaio, anche se alcune aree sono state «richiuse» a causa dei rischi di nuovi contagi. Oggi però sarà una giornata a suo modo storica, perché termina il blocco totale della circolazione delle persone imposto lo scorso 23 gennaio.
Secondo le stime riportate dal Global Times, sarebbero almeno 55mila le persone che abbandoneranno la città, dirette verso le regioni sud-orientali del paese: persone che tornano a lavorare nei polmoni economici del paese.
Tutto questo mentre desta preoccupazione la ripresa economica tanto sbandierata dal governo ma in realtà ancora parecchio lontana dall’essere completa e a regime. Oltre a questo si cominciano a contare le perdite: come riportato dal South China Morning Post, «più di 460.000 aziende cinesi hanno chiuso definitivamente nel primo trimestre».
Si tratta di aziende che stando ai dati di registrazione, operavano da almeno tre anni. Analogamente si è assistito a un calo di nascite di nuove aziende, paragonato allo stesso periodo dell’anno scorso.
NUMERI IN CONTRASTO con un lieve aumento delle attività manifatturiere registrato da un sondaggio Caixin/Reuters secondo il quale l’attività manifatturiera cinese si sarebbe «leggermente ampliata a marzo, quando molte fabbriche hanno ripreso le loro attività bloccate dai provvedimenti.
IL FUTURO però sembra nascondere altre insidie: la crisi di tutto il mondo a causa del coronavirus rischia di pesare sulle esportazioni cinesi e il generale clima di incertezza, denunciato dagli imprenditori nel sondaggio, sembra durerà ancora a lungo. Intanto il governo assedia chi critica le sue misure: l’ultimo a essere stato messo sotto indagine è un magnate dell’edilizia che in un post pubblico aveva criticato il Pcc.
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