«In Europa il 50% della Co2 emessa dall’aviazione è da attribuire all’1% più ricco della popolazione che si sposta su jet privati. In Italia questi emettono ogni anno la stessa Co2 di 20mila persone che si muovono in auto, voli di linea e mezzi pubblici». Così ieri mattina una cinquantina di attivisti ambientali della rete Roma climate strike, al grido di «Sanzioniamo il lusso!», si sono presentati al terminal dei jet privati di Ciampino, scalo alle porte di Roma.

In nove sono riusciti ad arrivare sulla pista e occuparla. Gli altri si sono divisi in due gruppi: una parte ha bloccato le attività dentro il terminal, un’altra è rimasta all’esterno a distribuire materiali informativi sulla protesta.

Dopo circa un’ora i manifestanti che occupavano la pista sono stati trascinati nel commissariato di polizia dell’aeroporto e denunciati per attentato alla sicurezza dei trasporti, resistenza e violenza privata. Gli altri, invece, sono stati circondati e confinati in un’area del terminal per le identificazioni. Chi era presente racconta un atteggiamento aggressivo da parte della polizia, nonostante il carattere assolutamente pacifico della mobilitazione.

In mezzo agli spintoni sono finiti pure i giornalisti presenti. Anche per loro sono scattati fermo, identificazione e in alcuni casi denuncia. «Sono stato più volte trascinato da un celerino a cui stavo provando a spiegare di essere un giornalista – racconta Mattia Fonzi, datajournalist per il sito Openpolis – In quattro abbiamo dichiarato di far parte della stampa. Ci hanno chiamati per primi, ma siamo stati denunciati come i manifestanti. Dare il numero di tesserino dell’ordine non è servito a nulla».

Alla fine gli attivisti denunciati sono circa una trentina: quelli entrati nel terminal con le accuse di violenza privata, interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata; quelli rimasti a volantinare solo per quest’ultimo reato.

Il progetto «Jet dei ricchi», che stima l’impatto ambientale dei voli privati utilizzando fonti aperte, ha preso ad esempio la settimana 24-30 ottobre. Nel periodo analizzato quel tipo di aerei hanno rappresentato il 36% delle partenze da Ciampino (123 in totale) e inquinato quanto 5.340 persone. Alcune destinazioni: Milano (la principale), Nizza, Parigi, Londra, Venezia, Malaga, Alghero, Napoli. Città che i comuni mortali raggiungono tranquillamente in treno o con un volo di linea.

Sei ore in stato di fermo e denunce per diversi reati, comunque, non hanno scoraggiato gli attivisti. «Speriamo che azioni di protesta come quella che abbiamo realizzato si moltiplichino, in Italia e in altre parti del mondo – dice Riccardo – Di fronte all’inazione della politica l’attivismo ambientale non può più essere di sola testimonianza. Deve praticare il conflitto».