Visioni

Chico Trujillo, la cumbia del Cile che cambia

Chico Trujillo, la cumbia del Cile che cambiaI Chico Trujillo oggi

Intervista a Aldo "El Macha" Asenjo «Nelle piazze cilene sta esplodendo il disagio sociale che noi cantiamo da sempre». La band di Valparaíso suona stasera a Roma, domani a Bologna

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 31 ottobre 2019

In principio era la cumbia, una musica afroispanica e pure un po’ india nata nella Colombia rurale, spinta da un implacabile incedere ritmico binario e ubriacanti sezioni fiati, che dagli anni 60 si è scavata uno spazio significativo, ha trovato il suo come e perché nella panoplia di forme popolari inventate dagli ultimi della terra e sfociate puntualmente in manie planetarie.

In Cile la cumbia arriva presto, negli anni 60, e mette radici. Ma todo cumbia, si potrebbe facilmente parafrasare.la cumbia cilena diventa nueva cumbia cilena (o cumbia chilombiana secondo una loro fortunata definizione) con la nascita nel 1999 a Valparaíso dei Chico Trujillo. La loro è una visione accogliente e potente della cumbia, che integra alle percussioni e alle chitarrine insolenti vampate di elettronica, tensioni urbane e temi sociali, senza perdere lo spirito festaiolo e l’impatto sonoro originario.

In questi giorni di cambiamenti storici per il Cile, i Chico Trujillo sono immersi in un lungo tour europeo che celebra il ventennale della band e porta sul palco i brani del loro ultimo lavoro, Mambo Mundial. In Italia per sole tre date, dopo Torino ancora il 31 ottobre a Roma (Acrobax) e il 1° novembre a Bologna (Mercato Sonato). Impazienti di condividere l’eccitazione per quanto sta avvenendo nel loro Cile, oltre che la musica. Abbiamo sentito su questo Aldo “El Macha” Asenjo, cantante e leader storico dei Chico Trujillo.

Vi siete allontanati un attimo e visto cosa è successo?

Da un lato ci è sembrato folle essere qui e non lì, dall’altropossiamo essere più obiettivi vivendo questo momento dall’esterno. È vero, non possiamo andare in strada a cacerolear con i nostri compagni musicisti e gli altri, ma possiamo fare qualcosa anche in Europa, per dare visibilità a quanto sta sta accadendo in Cile. Questo malcontento noi lo andiamo cantando da molti anni, già dai tempi de La Floripondio (la punk band in cui Asenjo ha iniziato, ndr) e poi con Chico Trujillo. Siamo stati sempre impegnati nelle cause sociali.

A differenza dei Chico Trujillo, questo sembra un movimento senza leader: è un bene o un male?

Penso che verranno fuori presto dei leader, ma anche così, senza un volto da esporre, mi sembra non sia andata male, le decisioni collettive sono la base della democrazia. Se poi appare una una figura credibile di leader sia benvenuta, penso che sarebbe una buona cosa.

Dalla nueva cumbia alla nuova Costituzione…

Il problema è la Costituzione scritta da Pinochet e Jaime Guzman, che hanno salvaguardato il loro portafoglio e i loro affari familiari, permettendo di inventare e amministrare i Fondi pensione: una enorme rapina fatta in giacca e cravatta. Vogliamo quindi una nuova Costituzione che contrasti il divario sociale ormai insostenibile. I ricchi diventano più ricchi e i poveri rimangono allo stesso livello di povertà e ignoranza. L’istruzione costa troppo, curarsi è è impossibile, i servizi sono pessimi. L’educazione e la sanità dovrebbero essere gratuite e di qualità. Ora ho grande fiducia ed entusiasmo, penso che ci saranno cambiamenti. Piñera si dimostra sordo, pensa che il problema si risolva con un rimpasto di governo. Ma non è finita, ci sono troppe sofferenze accumulate. I 30 pesos della metro erano la valvola di sfogo di una pentola a pressione che era sul punto di esplodere.

 

 

Nelle strade si sono viste molte chitarre con l’effigie del cantautore Victor Jara, che fu vittima della dittatura. E sono state cantate le sue canzoni. Vorrà dire qualcosa?

Beh, Victor Jara è stato un grande artista, un’icona e un martire della musica, massacrato dai militari per la sua consapevolezza sociale. Le sue canzoni sono senza tempo: El Derecho De Vivir En Paz (Il diritto di vivere in pace), ad esempio, che è stato interpretato in tutto il mondo, è diventato un inno nelle strade. E resta un belissimo brano. La musica e l’arte hanno un ruolo molto importante, possono rendere visibili molte cose, servono a farti pensare e ad aprire la testa. È un po’ la nostra missione, per questo apprezziamo molto il gesto musicale e la qualità come persona di Victor Jara.

Ma con la cumbia non c’entra…

Sebbene sia sinonimo di festa, danza, divertimento, la cumbia la puoi benissimo tingere con i colori della politica e dell’attivismo sociale. Quindi fuerza a todo Chile e vamos que se puede.

 

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