La Corte di giustizia dell’Unione europea dovrà decidere se la garanzia finanziaria richiesta ai richiedenti asilo per evitare il trattenimento è in contrasto con il diritto comunitario. La fidejussione finanziaria è stata introdotta lo scorso settembre con uno dei decreti attuativi della «legge Cutro», che rende possibile privare della libertà personale i migranti provenienti dai paesi ritenuti sicuri durante le procedure accelerate di frontiera per il riconoscimento della protezione internazionale. Le Sezioni unite chiedono ai giudici di Strasburgo di stabilire se il prezzo fisso della cauzione, calcolato dal governo italiano in 4.938 euro, e il fatto che questa non possa essere versata da terzi siano o meno in contrasto con la «direttiva accoglienza».

Questa esclude la possibilità di trattenere in maniera indiscriminata i richiedenti asilo o di fare una selezione in base alle loro disponibilità economiche. Al contrario lo spirito della norma europea è proprio quello di relegare a un ruolo residuale questa forma di detenzione, che eventualmente va giustificata caso per caso. La cauzione formulata dal governo italiano permette di motivare e proporzionare individualmente la privazione della libertà personale o rischia di produrre trattenimenti di massa? È questo il nodo di fondo su cui si dovrà esprimere la Corte Ue.

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I giudici italiani hanno chiesto l’attivazione della procedura d’urgenza. Se fosse accolta per la sentenza ci vorranno almeno sei mesi, se no anche di più. Nel frattempo il centro di Modica-Pozzallo, che era stato creato per rinchiudere i richiedenti asilo dei paesi sicuri, e questa parte della legge Cutro rimangono in stand by.

Il procedimento è arrivato in Cassazione perché l’avvocatura dello Stato aveva impugnato le non convalide dei trattenimenti disposte dal tribunale di Catania. In primis dalla giudice Iolanda Apostolico, poi finita al centro di una dura campagna mediatica agitata dalla maggioranza di governo. «La decisione delle Sezioni unite conferma che gli attacchi contro Apostolico erano privi di senso anche sul piano giuridico», dichiara la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano.

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Per Giovanni Zaccaro, segretario di Area democratica per la giustizia, «la Cassazione non smentisce i giudici catanesi e conferma le criticità esistenti nel cosiddetto decreto Cutro e la possibile contrarietà alla normativa europea». Anche l’avvocata di molti dei migranti coinvolti nella vicenda, Rosa Emanuela Lo Faro, afferma che «con questa ordinanza interlocutoria si chiarisce che le ordinanze della dottoressa Apostolico avevano il solo scopo di applicare il diritto italiano in maniera conforme al diritto Ue. Non di fare politica».

La decisione non entra nel merito degli altri punti sollevati dall’Avvocatura dello Stato con il ricorso, sebbene lasci intendere che potrebbero essere accolti. In ogni caso dopo la decisione pregiudiziale della Corte Ue il caso tornerà davanti alle Sezioni unite.