«Se il Pd cambiasse la sua natura di partito dove si incontrano culture diverse, allora i popolari ne trarrebbero le conseguenze». Parola di Pierluigi Castagnetti, uno dei fondatori del Pd, che ieri ha riunito all’istituto Sturzo di Roma l’associazione «I Popolari». Un incontro lungo e molto partecipato degli eredi della sinistra dc, molto contrariati dal tentativo di riscrivere il manifesto dei valori del Pd. E timorosi che una vittoria di Schlein sposti il partito troppo a sinistra (di qui la scelta di molti di loro di sostenere Bonaccini).

«Avvertiamo che questo congresso può assumere decisioni che possono determinare un oggettivo tradimento di quell’originaria intenzione-intuizione che generò nel 2007 la novità più significativa dal dopoguerra», ha detto Castagnetti, che ha contestato la commissione dei 100 che sta lavorando al nuovo manifesto dei valori «senza che il gruppo dirigente abbia ricevuto un mandato congressuale per fare questo».

«Vorrei sapere quali sono questi nuovi valori. Quelli che sono nella Carta del 2007 sono stati scritti da Reichlin e da Scoppola, che vi avevano riflettuto bene». «Qualunque documento produca questo gruppo di persone, non può che essere consegnata alla dirigenza che uscirà dal prossimo congresso, come un contributo al dibattito», l’avvertimento di Castagnetti.

Cui è seguito l’annuncio di Luigi Zanda: «Ho partecipato alle prime riunioni del comitato e poi ho dato le dimissioni. Al di là dei contenuti, non ho condiviso in modo radicale il metodo. Sarebbe stato meglio fare una conferenza nazionale, lunga anche un anno, per analizzare le ragioni della nostra crisi». Molti i presenti, tra cui Beppe Fioroni, Francesco Garofani (consigliere di Mattarella), Antonello Soro, Bruno Tabacci, Roberto Di Giovan Paolo.

Letta ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Vi invito a non avere paura di questo dibattito. Il Pd è e sarà lo spazio politico delle nostre idee ed è l’unico soggetto che può mettere in campo quelle idee legate profondamente alla nostra Costituzione. Nessuno deve sentirsi escluso». Letta ha difeso l’idea di un processo costituente al posto di un normale congresso: «Occorre un dibattito approfondito perché dal 2007 una serie di avvenimenti hanno cambiato la realtà. All’esterno esce un racconto distruttivo dei lavori del comitato, ma dentro si discute in modo costruttivo delle sfide che ci portano i tempi nuovi».

Immediata la replica di Castagnetti: «Contano i fatti, ma dai lavori del comitato escono cose inquietanti. Se torniamo a 20 anni fa, meglio chiudere bottega». Anche Graziano Delrio ha invitato alla calma: «Abbiamo il compito di non demordere, di procedere con decisione perché il Pd non si perda e il nostro seme possa germogliare»