Dopo la martellante campagna mediatica della Bild e la richiesta di «distinguersi nettamente dal Fridays For Future International» della ministra dell’Ambiente, Steffi Lemke (Verdi), la leader tedesca del movimento prende le distanze dalla fondatrice. «Mi delude che Greta Thunberg finora non abbia detto nulla di concreto sulle vittime ebree del massacro del 7 ottobre» sottolinea Luisa Neubauer, giustificandosi così per il caso finito al centro dei riflettori: «Se avessi potuto prevedere che le dichiarazioni (sul «genocidio dei palestinesi» e il «sistema di apartheid di Israele», ndr) sarebbero state condivise sull’account internazionale del Fff senza alcuna consultazione saremmo stati più chiari. Le diverse opinioni su Israele e Palestina non devono giustificare l’antisemitismo e la disinformazione».

ALLA 27ENNE a capo del “Fff-Deutschland” non era bastato partecipare lo scorso 22 ottobre alla manifestazione pro-Israele sotto la Porta di Brandeburgo insieme alla Chiesa protestante e cattolica, ai sindacati e il presidente della Repubblica: la ministra Lemke ha sollecitato forza l’«urgente e necessario chiarimento» da parte di chi guida «un movimento dai meriti inestimabili per la protezione dell’ambiente». Distinzione irrilevante per i cristiano-democratici, decisi a punire chiunque metta in discussione la Ragione di Stato della Germania incarnata da Israele. «In futuro chi vorrà prendere la cittadinanza tedesca dovrà giurare sul riconoscimento dello stato ebraico. Dovrà diventare un pre-requisito» è la proposta di legge riassunta dal leader della Cdu, Friedrich Merz, accompagnata dal giro di vite annunciato a Monaco dalla Csu che prevede sei mesi di carcere per «chiunque inciti all’odio contro Israele» oltre alla perdita istantanea del passaporto tedesco per i «doppi-cittadini che sostengono il terrorismo», come riassume Alexander Dobrint, leader dei cristiano sociali in Baviera.

IN PARALLELO non si spegne il confronto pubblico sugli inquietanti festeggiamenti degli attacchi terroristici di Hamas nel rione berlinese popolato in maggioranza da cittadini di origine turca. Dodici giorni fa aveva il direttore del Festival cinematografico di Oberhausen, Lars Henrik Gass, dall’account ufficiale aveva invitato a manifestare a favore di Israele per «mostrare il segnale che gli amici di Hamas di Neukölln e gli odiatori degli ebrei sono in minoranza». Mentre sulla Berliner Zeitung fa da contraltare l’opinione del giornalista Abramo Ingber, ebreo, israeliano residente nella Sonnenallee, il cuore di Neukölln, tutt’altro che “amico” di Hamas: «Se siete preoccupati per gli ebrei allora fermate l’ultradestra. Le proteste filo-palestinesi non sono il loro vero problema in Germania».