Caso Skripal: trovato morto un esule russo, Mosca convoca l’ambasciatore
L'ex spia avvelenata Sergej Lavrov ha convocato l’ambasciatrice Laurie Bristow, perché sostanziasse le «accuse infondate» dei britannici. Mosca le considera una provocazione e ha definito l’avvelenamento come «un altro tentativo senza scrupoli da parte delle autorità britanniche di screditare la Russia»
L'ex spia avvelenata Sergej Lavrov ha convocato l’ambasciatrice Laurie Bristow, perché sostanziasse le «accuse infondate» dei britannici. Mosca le considera una provocazione e ha definito l’avvelenamento come «un altro tentativo senza scrupoli da parte delle autorità britanniche di screditare la Russia»
Mentre il caso Skripal fa crescere la tensione tra Londra e Mosca, un altro russo, morto, desta nuovi sospetti. Ieri è stato scoperto il cadavere dell’esule Nikolai Glushkov. Ne ha dato la notizia la famiglia. Aveva 68 anni e ancora non si conoscono le cause del decesso, ma già pesano le sue amicizie con l’oligarca – defunto – Boris Berezovsky.
Prima Theresa May aveva usato la voce grossa, dando come «altamente probabile» il coinvolgimento della Russia nel tentato omicidio dell’ex spia russa Sergej Skripal e di sua figlia Julia il 4 marzo scorso a Salibury.
LA SOSTANZA UTILIZZATA, l’agente nervino Novichok, è inequivocabilmente di produzione sovietica e risale alla guerra fredda. Per la premier britannica, i casi sono due. O l’avvelenamento di Skripal è stato «un atto diretto dello stato russo contro il nostro Paese, oppure il governo russo ha perso il controllo di questo potenzialmente catastrofico agente nervino e ha lasciato cadesse in mani altrui». L’allineamento americano con le accuse di Londra è stato anche l’ultimo atto diplomatico dell’ormai ex Segretario di stato Tillerson. Mentre gli Skripal (come un poliziotto accorso a soccorrerli) sono ancora in ospedale in condizioni critiche, continua l’escalation diplomatica fra i due Paesi.
L’AMBASCIATORE RUSSO è stato convocato dal Foreign Office. Ha tempo fino alla mezzanotte di oggi per dichiarare quale delle due ipotesi è vera, pena un’ «estesa» ritorsione di cui ancora s’ignorano natura ed entità. La mancata ricezione di tale spiegazione equivarrebbe a quello che Downing Street ha formalizzato come «un uso illegale della forza da parte dello stato russo contro la Gran Bretagna». Se non fosse che Mosca quasi se ne infischia, avendo definito la dichiarazione come un «circo nel parlamento britannico». Sergej Lavrov ha convocato l’ambasciatrice Laurie Bristow, perché sostanziasse le «accuse infondate» dei britannici. Mosca le considera una provocazione e ha definito l’avvelenamento come «un altro tentativo senza scrupoli da parte delle autorità britanniche di screditare la Russia».
ANCORA POCO CHIARE le misure che Londra intende prendere. Sono probabili espulsioni di diplomatici, si minaccia la chiusura dell’emittente televisiva controllata dal Cremlino Rt, né si esclude il – traumatico – boicottaggio dei mondiali di calcio in Russia. Quello che appare inevitabile sarà colpire la pecunia degli oligarchi, la cui abbondanza nelle banche nazionali aveva mitigato le reazioni alle ripetute morti misteriose di cittadini russi su suolo britannico. «Sappiamo bene come enormi fortune, spesso accumulate in Russia in circostanze più che mai ambigue abbiano trovato accoglienza a Londra e siano state usate qui per comprare influenze politiche», ha ricordato Jeremy Corbyn.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento