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Caso Skripal, il Cremlino: «Non saremo le vittime sacrificali»

Caso Skripal, il Cremlino: «Non saremo le vittime sacrificali»

Caso Skripal «Lanciare accuse quando un’indagine non è ancora completata significa esattamente fare ciò di cui ci si accusa: organizzare un’aggressione»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 16 marzo 2018

La Russia inizia a temere seriamente che i «Dottor Stranamore» occidentali stiano preparando un attacco militare sul proprio territorio. È quanto sostiene Kostantin Kosachev del Consiglio della Federazione Russa, organo che rappresenta una sorta di segreteria del presidente Putin. «Le accuse dei paesi occidentali contro la Russia intendono preparare l’opinione pubblica a un possibile uso della forza nei confronti del nostro Paese».

E NON SI TRATTEREBBE solo di illazioni a carattere propagandistico: l’agenzia Ria Novosti sostiene che «da mesi si assiste a movimenti inusuali di truppe Nato nel Baltico mentre Poroshenko approfittando del momento vuole rilanciare le operazioni nel Donbass». Si tratta – secondo i russi – di una campagna ben orchestrata iniziata con l’accusa di aver inquinato le elezioni americane, proseguita con l’esclusione dai giochi olimpici di Seul dopo l’accusa di «doping istituzionalizzato» e giunta ora al culmine con l’avvelenamento dell’ex agente del Gru. «Lanciare delle accuse quando un’indagine non è ancora completata significa esattamente fare ciò di cui ci si accusa: organizzare un’aggressione su larga scala contro la Russia con l’uso dei mass-media, del potere politico ed economico, preparare l’opinione pubblica all’uso della forza militare» ha concluso l’uomo politico russo.

AFFERMAZIONI CHE PESANO come pietre, visto che Kosachev è uno degli uomini più vicini al presidente. La dichiarazione comune di ieri di Regno unito, Francia, Germania e Stati uniti che esorta la Russia a rispondere a tutte le domande relative all’attacco di Salisbury e a fornire un rapporto completo sul programma «Noviciok» all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, non è andata giù al Cremlino, che non intende restare con il cerino in mano all’Onu, costringendo il suo rappresentante al veto. Alla ricerca di alleanze la Russia guarda anche alla sinistra europea. Ieri il telegiornale del primo canale russo ha dedicato uno spazio inusualmente ampio alle prese di posizione critiche nei confronti di Theresa May della leader della Linke tedesca Katja Kipping che chiede la presentazione di prove e soprattutto al discorso al parlamento di Jeremy Corbyn che invitava a evitare «campagne di odio».

LA LINEA DEL GOVERNO RUSSO comunque è stata tracciata: rigettare le accuse ai mittente e non accettare la posizione della vittima sacrificale. È la posizione anche del capo del consiglio della Duma per gli affari esteri Leonid Sluzky secondo cui: «la Russia non deve dimostrare nulla nessuno. Ci mettono sempre dalla parte del torto e si pretendono delle confessioni da parte nostra del tutto contrarie al diritto internazionale». Putin, impegnato nelle ultime battute della campagna elettorale che lo sta portando in giro in tutto il paese, per ora tace. Ma i suoi richiami continui alla forza della Russia e all’unità del suo popolo nei momenti più difficili, valgono più di qualsiasi protesta formale.

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