Da una parte l’establishment politico-militare di Mosca che per ribaltare le sconfitte al fronte ordina il richiamo di oltre 300mila riservisti e minaccia a «scopo difensivo» l’uso di armi nucleari tattiche. DALL’ALTRA IL REGIME ucraino che invoca ancora più armi micidiali (dai droni killer ai missili a medio raggio) e si dichiara disponibile a trattare solo dopo aver conquistato la Crimea e il Donbass. Inizia l’autunno ma il conflitto russo-ucraino è ancora lontanissimo dal mostrare un pur minimo raffreddamento. Anzi, è in atto una pericolosissima escalation bellico-militare, alimentata dalle cancellerie dei paesi Nato. Da Washington a Londra, da Parigi a...