Caro Uber, non ci siamo. Ma come. Hai pagato un pacco di euri a Axel Springer che è il più grande editore d’Europa – e hai pagato in azioni. Il Financial Times ha pubblicato gli articoli dei tuoi professori a un tanto al chilo, e in qualche modo l’avrai pure convinto. Ti sei portato a cena De Benedetti quando ancora possedeva Repubblica.

Insomma, per raccontare la balla che i tuoi proto-taxi erano legali ed erano il futuro, hai mollato soldi o chiesto favori a tutta l’Europa mediatica superiore e citeriore, e pure a quella che sta in mezzo – e dei politici non parlo neanche, oggi solo di giornali.

E noi? Dove sono i nostri soldi?

Che è, una pregiudiziale anticomunista? Ma per favore, che quella è caduta mimimo minimo dal terzo governo Andreotti.

Una pregiudiziale tecnologica? Macché, tutti quei giornaloni sono parecchio più vecchi di noi, che il giornale sul web ce l’abbiamo avuto per primi in Italia – in effetti c’erano dei contributi che… insomma, hai capito.

Una pregiudiziale mediatica? Guarda che hai solo copiato i tabaccai di vent’anni fa, e i benzinai dopo di loro: prezzolare un po’ di accademici morti di fame per dire che la nicotina fa bene ai neonati, e inondare i media superiori, citeriori e mediani di panzane firmate. Cosa vuol dire che io vado dal tabaccaio in macchina? Contraddizioni in seno al popolo, diceva il presidente Mao.

Sarà mica perché noi sfuggiamo a Google Analytics, il misuratore del traffico web? Noi siamo passati a Matomo, tutto open source – i dati dei nostri lettori, Big Data non li avrà. O perché non abbiamo pubblicità? Eh sì, manco quella vogliamo, che dopo un millisecondo qualcuno a Mountain View o a Cupertino ti manda la pubblicità di scarpe che non sapevi di volere. Questo ci costa un botto, ed ecco dove servi tu.

Allora, i nostri soldi? Eddai, l’abbonamento digitale è 39 euro, ne fai diecimila e morta lì. Giuro.