Caro cinema America, non ti prestare al greenwashing delle banche
Siamo i Fridays For Future, movimento internazionale che dal 2018 combatte per la giustizia climatica e sociale. Vi scriviamo come FFF Roma. Volevamo porre alla vostra attenzione la presenza, tra i vostri sponsor, di BNL, una delle più grandi banche italiane, che fa parte del gruppo francese BNP Paribas.
Nel 2022, BNP è stata la peggiore banca europea per investimenti fossili, finanziandoli con 19 miliardi. Inoltre, insieme alla francese Credit Agricole, nel 2022 è stata tra le due prime banche finanziatrici di petrolio e gas offshore. Per questi motivi, tre organizzazioni ambientaliste francesi le hanno fatto causa.
Anche se non è la prima volta che BNL figura tra i vostri sponsor, crediamo che in questo momento il tema dei finanziamenti fossili non possa più essere rimandato. Abbiamo appena fatto partire una campagna pubblica su questo, chiedendo, innanzitutto, che vengano interrotti i finanziamenti fossili a istituzioni fondamentali come le università.Le banche, in particolare, svolgono un ruolo centrale nella crisi climatica, continuando a finanziare i combustibili fossili.
Secondo la World Meteorological Organization, già nel corso di questo decennio supereremo per la prima volta l’aumento di 1.5° della temperatura media globale rispetto all’era pre industriale, soglia che l’IPCC, il Panel delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha indicato come fondamentale per evitare le conseguenze peggiori.
Negli ultimi mesi abbiamo visto gli effetti devastanti che la crisi climatica sta avendo sulle persone e sui territori, anche vicini a noi. Agire è ancora possibile, ma è necessario farlo tempestivamente. E questo non sarà possibile se i combustibili fossili continueranno a essere finanziati da banche come BNP.
Banche che poi, abitualmente, cercano di ripulire la propria immagine tramite la pratica del greenwashing. Invece di spostare i loro investimenti verso energie rinnovabili, i colossi della finanza preferiscono continuare a destinare la quasi totalità dei loro investimenti alle aziende fossili e limitarsi a cambiare soltanto la loro apparenza. Una cosa analoga avviene per le stesse aziende fossili, che si occupano soltanto di modificare la loro immagine esteriore. Ci vogliono far credere di essere diventati attenti all’ambiente, solo per continuare a sfruttarlo secondo il modello ‘business as usual’.
Entrano nelle scuole e nelle università, inserendosi in programmi di ricerca e presentandosi come portatori di soluzioni al problema della crisi climatica che, intanto, continuano ad aggravare.
Finanziano mostre, festival, eventi culturali. E tutto ciò per cercare una legittimazione sociale al loro operato. Basta pensare al caso di ENI, la maggiore responsabile italiana della crisi climatica, che con la sua presenza ingombrante in eventi culturali e, soprattutto, all’interno della scuola e dell’università, cerca di far dimenticare il petrolio e il gas in cui continua a investire. Ciò ricorda in modo preoccupante il caso di BNL.
Sappiamo che BNL è un grosso finanziatore del cinema italiano, avendo finanziato, negli ultimi 80 anni, ben 5000 film. Ma è proprio per questo che è necessario agire, perché la cultura non può essere neutrale. La cultura non può essere il tramite utilizzato da chi inquina per veicolare falsi messaggi, anche solo con la loro mera presenza tra gli sponsor di un festival, e legittimare il proprio operato violento, che distrugge i territori e aggrava sempre di più le disparità sociali.
Sempre sul tema del greenwashing e dell’attrattiva che possa avere per le grandi aziende, ci preme sottolineare la vostra collaborazione con Iberdrola, la più grande azienda spagnola di energia elettrica. Nonostante si legge che il progetto con Iberdrola dell’aula studio all’interno del cinema Troisi dovrebbe, nei prossimi anni, portare a “30 tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno”, riteniamo che si tratti di un’altra operazione di facciata. Si tratta di un singolo progetto che permette a un colosso del gas naturale come Iberdrola di ripulire la propria immagine.
Crediamo fortemente che le strade per il nostro futuro dipendono anche e soprattutto da chi inquina di più e fa greenwashing. Chi è responsabile della crisi climatica non dovrebbe legittimarsi pubblicamente tramite festival ed eventi culturali di grande portata e importanza come il vostro.
Crediamo, inoltre, che chi prende finanziamenti pubblici, dovrebbe rinunciare a sponsor privati, sottolineando, così, il suo ruolo per la collettività e il suo modo di intendere la cultura.
Sul vostro sito, si legge: “Siamo certi che riusciremo di nuovo a contribuire alla valorizzazione di luoghi in cui la natura è protagonista e la biodiversità viene preservata.” Proprio per questo, ci preme farvi sapere che chi avete scelto come sponsor, invece, non ha affatto a cuore la biodiversità, né il rispetto della natura. Non ha a cuore la salute degli ecosistemi e degli esseri che li abitano. Non ha a cuore la risoluzione delle disparità sociali.
Speriamo possiate ricevere positivamente il nostro appello e proseguire un percorso che punti a istituire un vademecum etico ed ecologico dei vostri finanziamenti, in un’ottica di giustizia climatica e sociale.
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