Carlo III, l’eterno principe all’ombra di due regine
Il nuovo re Timido, travolto dal divorzio e dalla morte di Lady D. Il regno di Carlo sarà un regno di transizione
Il suo momento è arrivato: Carlo è re. A 73 anni suonati, l’eterno principe-delfino è diventato Carlo III d’Inghilterra.
La sua vita in attesa, consumata all’ombra di una madre ingombrante e difficilmente sostituibile nel cuore dei sudditi, è trascorsa tra le sue amate piante, le sue battaglie green e numerosi scandali. Il privato, reso pubblico da media che conquistavano i lettori gettando gli affari reali in prima pagina, si è consumato tra scandali e “questioni di lenzuola”.
Quello che negli anni ’80 era considerato il rampollo più ambito tra le famiglie reali del mondo, alla fine scelse una 19enne inglese che, da timida comparsa, ruolo al quale era destinata, si trasformò nella principessa del popolo più amata di sempre.
Ma il cuore di Carlo, sempre in imbarazzo accanto alla giovane che chiedeva amore e combatteva contro la solitudine, era altrove e lì, tra le mani di Camilla Parker Bowles, è rimasto incastonato fino ad oggi.
Lady D nel frattempo sbocciava, catalizzando su di sé attenzioni, flash e azzeccando sempre la campagna caritatevole da seguire, la battaglia umanitaria per cui spendersi.
Tutto questo era sicuramente più apprezzato della passione botanica di Carlo, ma lei stava mostrando troppo carisma per poter essere tollerata. Camilla, alla fine, l’ha avuta vinta, il matrimonio salta per aria e il divorzio, nel 1996, provoca non pochi disagi alla monarchia che attraversa anni davvero difficili, fino alla morte di Diana, a Parigi nel 1997.
Carlo, in fondo, è sempre stato nell’ombra, anche quando era lui il protagonista, non ha mai mostrato doti di leadership, né abilità oratorie di rilievo, certo con lo humor inglese si nasce, ma nell’epoca della comunicazione globale, dei social e della velocità, Carlo in qualche modo è sempre rimasto fedele a se stesso: schivo, con le guance rosse e l’aria da quadro antico.
Il matrimonio con Camilla arriva nel 2005, dopo due mesi di fidanzamento ufficiale che hanno preparato l’opinione pubblica ad accettare l’ineluttabile. Elisabetta II ha lavorato di fino per far sì che i sudditi digerissero la presenza della seconda moglie, «il Rottweiler», come la chiamava Diana e ci è riuscita.
Negli ultimi tempi, mentre preparava la successione, Elisabetta II aveva esternato il suo desiderio di vedere Camilla incoronata come regina consorte accanto al futuro re e così sarà. Ma all’orizzonte, da tempo, si fanno strada le nuove generazioni e la coppia composta da William e Kate vale tanti like.
Sarà anche per questo che durante il Giubileo di platino che ha festeggiato i 70 anni di regno di Elisabetta II lo scorso giugno, ogni momento era stato studiato apposta per consegnare al Paese la formula giudicata vincente per superare la sua dipartita senza mettere a repentaglio la sopravvivenza della Corona.
La foto simbolo sul balcone di Buckingham Palace parlava chiaro: Carlo non sarebbe mai stato un “re solo al comando”. Accanto a lui, in tutte le occasioni che contano, c’era e ci sarà William, accanto a Camilla, Kate.
L’impero, incapace di superare le prova della modernità, da tempo perde i pezzi, le colonie chiedono indipendenza dal Commonwealth e si sono stancate di versare soldi alla Corona e avere come capo di Stato un monarca. Barbados lo ha fatto alla fine dello scorso anno, diventando formalmente una repubblica e altri potrebbero presto seguire.
Carlo sarà un re dal regno sempre più ristretto e dalla corona vacillante. Se fino ad oggi l’iconica Elisabetta II aveva saputo superare tutte le tempeste ispirando il Paese con la sua sobrietà e saggezza, non è detto che chi si trova a raccogliere oggi il testimone sarà all’altezza della sfida.
Carlo III non avrà probabilmente il tempo per incidere sulla sopravvivenza della Corona e da lui ci si aspettano poche sorprese. Sarà di passaggio, in attesa di veder cosa sapranno fare William e Kate.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento