«Sardegna fuori dal fossile». Con questa parola d’ordine ieri in centinaia hanno sfilato nel capoluogo sardo contro la costruzione di un rigassificatore a Giorgino, un borgo di mare alle porte della città. Dalla manifestazione, organizzata dal comitato nazionale «No gas no gnl», che sta promuovendo mobilitazioni in tutti i siti italiani in cui sono previsti depositi di metano, è venuto un no senza appello alla decisione del governo di autorizzare un progetto di Sardinia Lng (partecipata Isgas, Cosin e Vitaly) che prevede la realizzazione di un terminal gnl nel porto canale di Cagliari. Terminal composto da un impianto di stoccaggio con una capacità di 22 mila metri cubi e un impianto per la rigassificazione del gas naturale liquefatto. Dopo il sì arrivato dal ministero dell’Ambiente e dopo la recente sentenza del Tar del Lazio che ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste, manca solo l’ok della Regione Sardegna.

Il corteo di ieri mattina è partito da piazza del Carmine, nel centro di Cagliari, ed è arrivato sino a Giorgino. «Facciamo appello ai movimenti, ai partiti e ai singoli cittadini – dice Mariano Strazzeri, portavoce del comitato di base nato nel piccolo villaggio popolato prevalentemente da pescatori – perché non ci lascino soli in questa battaglia di civiltà». Alla protesta ha aderito il partito dei Progressisti, di cui è leader Massimo Zedda, sindaco di Cagliari dal 2011 al 2019. «Ci uniamo – dicono i Progressisti – alla lotta di una comunità che difende il proprio territorio, la propria salute e la possibilità di una economia eco-sostenibile».

Con i pescatori di Giorgino anche Francesca Ghirra, dirigente del partito dei Progressisti e deputata sarda dell’alleanza Verdi Sinistra: «Da tempo sosteniamo la lotta del comitato di Giorgino. Gli abitanti sono preoccupati per la costruzione di un rigassificatore a ridosso delle abitazioni e dello svincolo della trafficatissima strada statale 195, e noi con loro. Cittadine e cittadini si battono per chiedere che sia individuata una diversa localizzazione del terminal gnl. Vista l’estensione delle aree del porto canale di Cagliari non sarebbe difficile trovare zone più sicure, più lontane dalle abitazioni».

«Oltre che per la salute e la sicurezza, siamo preoccupati – prosegue la parlamentare rossoverde – per l’operatività del porto canale di Cagliari, già profondamente in crisi. Non vorremmo che il nuovo impianto a Giorgino diventi un ulteriore ostacolo allo sviluppo economico-produttivo, naturalistico e turistico del compendio dello stagno di Santa Gilla».

Quello di Cagliari è uno dei tre nuovi rigassificatori che il decreto sulla transizione energetica approvato dal governo Draghi nel 2022 prevede in Sardegna. Gli altri dovrebbero essere realizzati in due delle principali aree industriali dell’isola: Portoscuso, sulla costa sud occidentale, e Porto Torres, a nord, sul Golfo dell’Asinara.