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Cade il tabù (strumentale) della salute: a Seul arriva il sistema anti-missile Usa

Cade il tabù (strumentale) della salute: a Seul arriva il sistema anti-missile UsaIl sistema statunitense Thaad nella base di Seongju – Ansa

Asia Il Thaad allarma Pechino e Pyongyang. L’ex presidente sudcoreano Moon lo aveva bloccato. Yoon lo attiva dopo la visita a Biden

Pubblicato più di un anno faEdizione del 23 giugno 2023

Da una parte si stringono le mani, dall’altra si schierano le armi. Pochi giorni dopo la visita di Antony Blinken in Cina, si preparano nuove turbolenze. C’entrano la Corea del Sud e il Terminal High Altitude Area Defense (Thaad), sistema di radar anti-missile made in Usa, di cui è caduto l’ultimo ostacolo al dispiegamento totale.

Si tratta in realtà di una riedizione di una crisi degli anni scorsi e che completa un trend già chiaro da quando il conservatore Yoon Suk-yeol è diventato presidente della Corea del Sud. A fine novembre 2017 il suo predecessore Moon Jae-in chiuse la guerra diplomatica garantendo a Xi Jinping che Seul non avrebbe schierato ulteriori sistemi missilistici oltre a quelli già acquistati nel 2016 e piazzati su un ex campo da golf.

Non solo: l’ex leader progressista assicurò anche che non sarebbe stata creata un’alleanza militare trilaterale con Stati uniti e Giappone. In cambio, la Cina cancellò le sanzioni economiche imposte alle aziende sudcoreane.

NEL GIRO DI 16 MESI, le vendite di Hyundai nella Repubblica popolare erano crollate del 64%, quelle della catena di supermercati Lotte addirittura del 95%. Il tutto mentre la Corea del Nord alzava al massimo le manovre militari e balistiche. Era precipitato anche il turismo cinese, mentre i prodotti dell’immensa industria dell’intrattenimento, dal K-pop ai K-drama, sono rimasti bloccati fino a poco tempo fa.

Ora rischia di ricominciare tutto da capo, innestandosi peraltro sui volatili rapporti tra Usa e Cina. A Seul è infatti venuto meno l’ostacolo usato per evitare il dispiegamento totale del Thaad. Il ministero della difesa e quello dell’ambiente hanno pubblicato, dopo una lunga attesa, un rapporto sui presunti rischi per la salute posti dalle onde elettromagnetiche dalla batteria del sistema di radar.

Dubbi avanzati dai cittadini che risiedono nelle zone limitrofe a dove saranno schierati i mezzi Thaad. La pubblicazione del rapporto consente di implementare il dispiegamento, che dovrebbe avvenire nel 2024. Se Seul decidesse di operare un pieno dispiegamento, ciò comporta la costruzione di strutture di supporto permanente per ospitare soldati e sistemi hardware.

DURANTE LA FASE di gestazione del rapporto del governo sudcoreano, i militari americani non hanno avuto accesso giornaliero alla base Thaad. La pubblicazione del documento consentirà dunque legalmente il libero accesso al personale degli Stati uniti, che in Corea del Sud conta ben 28mila e 500 unità. E in caso di crisi il comando delle truppe sudcoreane resta ancora appannaggio delle forze armate di Washington.

Oltre che da Pyongyang, lo schieramento del Thaad continua a essere osteggiato da Cina e Russia, i cui territori non sono lontani dalla parte meridionale della penisola coreana. Pechino teme che il sistema serva anche a spiare lo spazio aereo cinese e sostiene che mini l’equilibrio regionale, insieme al recente arrivo a Busan di un sottomarino americano a propulsione nucleare per la prima volta dopo sei anni.

La svolta in politica estera e di sicurezza data da Yoon sta creando molte frizioni con la Cina che, come con la Russia sull’Ucraina, chiede di tutelare le «legittime preoccupazioni di sicurezza» di Pyongyang.

Negli scorsi mesi, il presidente sudcoreano è stato alla Casa bianca dove ha ottenuto l’estensione dell’ombrello nucleare da Joe Biden, a cui ha «regalato» anche un’esibizione canora di American Pie di Don McLean. Nelle scorse settimane, i due paesi hanno convocati i rispettivi ambasciatori per protestare contro le reciproche manovre diplomatiche.

L’OPPOSIZIONE sudcoreana ne ha approfittato per incunearsi: il leader del Partito democratico Lee Jae-myung ha incontrato l’ambasciatore cinese a Seul, Xing Haiming, scaricando la responsabilità delle tensioni bilaterali sull’amministrazione Yoon.

Il presidente conservatore è nel mirino dell’opposizione e di tanti sudcoreani anche per il disgelo con il Giappone, operato per la gioia americana e al prezzo dell’abbandono delle richieste di risarcimento per le vittime degli abusi dell’era coloniale. Ma, come dimostrano gli sviluppi sul Thaad, la strada intrapresa è chiara. Per qualcuno anche pericolosa.

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