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Burkina Faso, i morti a Barsalogho sono almeno 400. E cresce il malcontento

Burkina Faso, i morti a Barsalogho sono almeno 400. E cresce il malcontentoIl capitano Ibrahim Traoré, capo della giunta militare del Burkina Faso – Ap

Sahel in fiamme Si aggrava il bilancio dell’ultima strage jihadista. I militari avevano preso il potere proprio per sconfiggere i terroristi. Ma il Paese è il più colpito nel 2024

Pubblicato circa un mese faEdizione del 29 agosto 2024

Il bilancio del peggiore attacco terrorista nella storia del Burkina Faso – contro il villaggio di Barsalogho, regione del Centro-Nord, a 45 km dalla città di Kaya – indica «almeno 400 morti tra civili e soldati, oltre 300 feriti e ancora decine di dispersi», secondo il Collettivo Giustizia per Barsalogho (Cjb), creato all’indomani della tragedia.

L’ATTACCO è avvenuto sabato 24 agosto, mentre la popolazione locale stava rispondendo a una «richiesta» dei militari burkinabé, afferma sempre il Cjb, «costretta contro la sua volontà con minacce» a scavare trincee per rallentare l’avanzata dei miliziani. Secondo le testimonianze raccolte in questi giorni, oltre un centinaio di terroristi ha assaltato il villaggio con moto e pick-up equipaggiati con mitragliatori in quello che viene definito un «vile massacro di innocenti», durato dalle 9 del mattino fino al tardo pomeriggio. Tra le vittime i militari e gli ausiliari dei Volontari per la difesa della Patria (Vdp) sorpresi nelle trincee, ma soprattutto civili attaccati nelle strade del villaggio: uomini, donne e bambini.

A DIMOSTRAZIONE DELLA GRAVITÀ dell’accaduto, una delegazione composta da 4 ministri e dal capo di stato maggiore delle forze armate ha visitato in questi giorni l’ospedale di Kaya per manifestare il proprio sostegno alla popolazione. L’opportunità per la giunta militare burkinabé di «condannare l’attacco», senza però fornire «il numero definitivo delle vittime e ammettere le difficoltà della giunta nel contrastare l’ascesa jihadista», dice il Cjb, che rifiuta di rivelare l’identità dei suoi membri per paura di ritorsioni da parte del governo.

Il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Gsim), ramo saheliano di al-Qaeda, ha rivendicato l’attacco e diffuso diversi video in cui si vedono dozzine di corpi che giacciono sul fondo delle trincee. È «la sorte delle popolazioni che collaborano con il governo centrale», recita il testo abbinato alle immagini.

Dal gennaio 2022 il paese è guidato da una giunta militare guidata prima dal colonnello Damiba e, dopo la sua destituzione nel settembre dello stesso anno, dal capitano Ibrahim Traoré, salito al potere con il preciso obiettivo di «sconfiggere i miliziani e riportare la sicurezza in tutto il paese», sotto il controllo dei gruppi jihadisti – Gsim e Stato Islamico del Sahel – per oltre il 40% del suo territorio.

A POCO SEMBRA SIA SERVITO il rafforzamento, insieme a Mali e Niger, dell’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), confederazione anti-jihadisti creata sotto l’egida di Mosca, con nuovi accordi commerciali e di collaborazione militare. Altrettanto infruttuoso e spesso causa di nuove violenze contro i civili sembra si sia rivelato l’arrivo di oltre 300 mercenari russi dell’Africa Corps (Ac), ex Wagner, sbarcati dallo scorso aprile per «addestrare i militari burkinabé».

La frustrazione inizia a crescere tra i soldati. Negli ultimi mesi sono emerse voci di possibili contro-golpe, aggiungendo un altro livello di insicurezza nel paese. Malcontento anche da parte della società civile e delle opposizioni politiche per una transizione giudicata «troppo lunga e sterile», con una progressiva limitazione della libertà di espressione e con decine di «casi di flagranti violazioni dei diritti umani e violenze indiscriminate contro i civili», come documentato dal Collettivo contro l’impunità e la stigmatizzazione delle comunità (Cisc).

UNA SITUAZIONE che sembra peggiorare di anno in anno. Secondo l’ultimo report di Human Rights Watch (Hrw), nel 2023 sono state quasi «8mila le vittime delle violenze jihadiste con oltre 2mila attacchi registrati e 2 milioni di profughi interni». Secondo il Global Terrorism Index (Gti) il Burkina Faso è il Paese più colpito dal terrorismo al mondo nel 2024.

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