Bruxelles spera nella batosta per i sovranisti di Ecr, e di isolare Orbán
Elezioni in Polonia Il quinto paese Ue per numero di abitanti potrebbe ora rientrare nel campo europeista
Elezioni in Polonia Il quinto paese Ue per numero di abitanti potrebbe ora rientrare nel campo europeista
«Il 15 ottobre la Polonia è tornata in Europa». È il commento di un leader dell’alleanza Lewica (Sinistra), Robert Biedron, eurodeputato nel gruppo Socialisti e Democratici. Da Bruxelles, il capogruppo dei Popolari europei, Manfred Weber, conferma: i risultati delle legislative in Polonia sono «un’ottima notizia» per l’Europa.
Secondo il gruppo S&D, «il risultato delle elezioni in Polonia sono un’opportunità» per «tutta l’Europa», perché impediscono a «un grande stato di cadere nell’autoritarismo».
Per Donald Tusk, ex primo ministro ed ex presidente del Consiglio Ue, accusato dal Pis in campagna elettorale di essere il «burattino» di Bruxelles e di Berlino, «la Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto, li abbiamo cacciati dal potere, non sono mai stato così contento in vita mia come con questo probabile secondo posto», che permetterà di costituire una coalizione di governo alternativa al Pis che ha regnato per 8 anni.
I partner Ue dovranno tener conto dell’instabilità che rischia di caratterizzare i prossimi mesi polacchi, perché il leader del Pis, Joroslaw Kaczynski, resta molto combattivo e il partito di estrema destra occupa posti-chiave. Ma a Bruxelles si tira un grande sospiro di sollievo. Il fronte del rifiuto perde colpi: l’Ungheria è ora isolata nelle battaglie che ha condotto con la Polonia contro l’applicazione dei diritti Ue.
Anche per l’unità nella guerra in Ucraina, il risultato del voto è una buona notizia: la deriva di Varsavia negli ultimi mesi, con il blocco dell’export di cereali di Kyiv per timore della concorrenza sui prezzi con le produzioni locali, era diventata motivo di preoccupazione.
Polonia e Ungheria inoltre non hanno approvato il Patto Asilo e Immigrazione e anche se Tusk nella campagna elettorale ha confermato l’ostilità all’accoglienza, Bruxelles può sperare di reintegrare un governo di coalizione in Polonia nella politica comune di gestione degli arrivi.
Anche sul Green Deal la Polonia è stata un freno, ha sporto denuncia alla Corte di Giustizia contro 6 leggi. La Polonia ha ormai il più grosso esercito della Ue. Con la nuova coalizione al governo, diventeranno più fluidi i rapporti all’interno del Triangolo di Weimar, che riunisce Germania, Francia e Polonia.
Il ritorno della Polonia, quinto paese Ue per numero di abitanti, nel campo europeista permetterà a Varsavia di sbloccare i finanziamenti del Piano di rilancio, 35 miliardi (di cui 22,5 di sovvenzioni). Da un anno sono inoltre congelati i 75 miliardi del Fondo di coesione destinati alla Polonia, perché il governo di Morawiecki aveva rifiutato di aderire alla Carta dei diritti fondamentali della Ue.
Il voto fa sperare anche per le elezioni europee di giugno, per la composizione del prossimo euro-parlamento e, di conseguenza, per la conquista dei top jobs che saranno rinnovati nella Ue, cioè le presidenze (Commissione, Consiglio) e i posti di primo piano. Il gruppo Ecr, di cui fa parte il Pis (con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni) ha l’ambizione di passare dal quinto posto come importanza di gruppo al terzo, superando non solo i Verdi ma anche Renew.
Ecr punta a ottenere il posto di capo della diplomazia europea, oggi occupato da Josep Borrell (socialista). Ma con il voto polacco il programma di Erc di far esplodere la maggioranza popolari-socialisti-liberali si allontana.
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