La scelta di oltre 370 milioni di elettori di 27 paesi europei, fondamentale per determinare gli equilibri di potere tra schieramenti politici futuri, è solo una parte del lungo processo di rinnovo delle istituzioni che si giocherà – a partire dalla chiusura delle urne – attraverso le trattative, spesso a porte chiuse, tra i leader dei paesi dell’Unione.

In un continente sempre più polarizzato tra chi chiede più decisioni comuni da prendere a Bruxelles e chi invece vorrebbe dare più potere agli stati nazionali, una trasformazione significativa è già avvenuta negli ultimi mesi: se il precedente ciclo politico aveva messo al centro la transizione ecologica dell’Europa e la composita maggioranza parlamentare riservava attenzione ai diritti civili, il focus si è ormai spostato sulla difesa comune, sull’aiuto militare all’Ucraina e sul conseguente allargamento dell’Unione verso la frontiera con la Russia.

Sarà questa Europa “della geopolitica” a drenare gran parte delle risorse economiche e delle iniziative politiche?

Con Bruxelles Calling racconteremo e analizzeremo i nuovi equilibri che si formeranno dopo il voto e proveremo a individuare le priorità politiche dei prossimi cinque anni. Lo faremo con una serie di telefonate, ogni sabato e a partire dal 22 giugno, da Bruxelles verso diverse capitali europee dove, a rispondere, saranno le firme del manifesto. A cura di Andrea Valdambrini.

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