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Brucia Maui, nelle Hawaii 36 morti e città carbonizzata

Brucia Maui, nelle Hawaii 36 morti e città carbonizzataLa Waiola Church di Lahaina e la vicina Lahaina Hongwanji Mission avvolte dal fuoco – Ap

Roghi Di Lahaina, l’antica capitale del regno hawaiano, restano solo ceneri. Undicimila sfollati

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 agosto 2023

Almeno 36 persone sono morte a Maui, nelle Hawaii, a causa degli incendi spinti dall’uragano Dora che, con il suo forte vento, ha diffuso il fuoco, in particolare nella città storica di Lahaina, antica capitale del Regno delle Hawaii, dove sono andate distrutte centinaia di case e di attività commerciali. Mentre 3 elicotteri della Guardia costiera e della Marina degli Stati Uniti continuano le ricerche dei molti dispersi, si teme che il bilancio dei morti sia destinato a crescere.

DECINE DI PERSONE sono rimaste ferite e migliaia di altre hanno dovuto evacuare: stando ai dati divulgati dal direttore del dipartimento dei trasporti dell’arcipelago, Ed Sniffen, il 9 agosto il numero totale degli evacuati da Maui superava gli 11mila. Un numero analogo di persone è rimasto invece senza elettricità, stando a quanto segnalato dalla Hawaiian Electric Company, fornitore di energia elettrica che serve il 95% degli 1,4 milioni di residenti delle Hawaii.

L’uragano anche ha reso più difficile la situazione dei soccorsi, interrompendo i rifornimenti alimentari e costringendo a terra gli elicotteri antincendio; alcune persone non sono riuscite a chiamare il 911 e per questo sono morte, altre, per sfuggire alle fiamme, si sono dovute gettare nell’oceano. I turisti sono stati invitati a lasciare Lahaina e Maui il prima possibile sui posti aerei ancora disponibili. Le autorità hanno chiuso al pubblico tutte le arterie stradali della città e anche quelle di West Maui, nel tentativo di isolare la parte occidentale dell’isola, al momento accessibile solo al personale di emergenza.

I TESTIMONI raccontano di scene apocalittiche e di panico, e la portavoce della contea, Mahina Martin ha parlato di «una serie di incendi senza precedenti, sicuramente uno dei giorni più difficili per noi». La vice governatrice Sylvia Luke ha detto che Lahaina «è stata decimata», le fotografie satellitari mostrano un’intera comunità rasa al suolo, con blocchi di resti carbonizzati dove un tempo sorgevano centinaia di case e negozi. Luke ha affermato che l’operazione di ricostruzione e recupero ambientale «richiederà anni».

SI TRATTEGGIA un’immagine ben diversa dall’idea di paradiso da cartolina solitamente associato alle Hawaii. Per via della crisi climatica, negli ultimi anni gli incendi sono diventati sempre più frequenti e ora il periodo di siccità estrema che ha interessato le isole si é andato a sommare alla moderata siccità tipica di Maui. A questo si sono aggiunti i venti dell’uragano che hanno raggiunto i 97 km orari, andando ad accrescere la forza degli incendi.

Questo è decisamente un fenomeno nuovo per le Hawaii, dove le comunità e gli ecosistemi fino ad ora non avevano dovuto affrontare dei veri pericoli collegati agli incendi, per cui l’isola non era preparata a reagire tempestivamente per limitarne l’impatto del fuoco, come ha riconosciuto Elizabeth Pickett, condirettore della Hawaii Wildfire Management Organization. La siccità, l’uragano e l’essere impreparati hanno dato vita a «una specie di ricetta da incubo», ha detto Pickett.

Intervistata dalla Cnn Erica Fleishman, direttrice dell’Oregon Climate Change Research Institute presso la Oregon State University, ha affermato che non sarebbe sorprendente «se gli incendi diventassero più comuni e più grandi anche in luoghi del mondo dove non ci sono mai stati. Possiamo dire che le dimensioni e l’espansione degli incendi stanno cambiando di pari passo ai cambiamenti climatici – ha affermato Fleishman – e alcune delle cose che stiamo vedendo con questo incendio qui a Maui sono coerenti con alcune delle tendenze che sono già note, previste e classificate come cambiamenti climatici».

SECONDO IL RAPPORTO del National Climate Assessment degli Stati Uniti pubblicato nel 2018, le condizioni di siccità stanno diventando più estreme e comuni alle Hawaii, così come in altre isole del Pacifico, di conseguenza la disponibilità di acqua non è diminuita solo per le persone ma anche per le piante, e in alcune parti delle Hawaii ci sono stati cambiamenti drastici nelle specie vegetali.

Un rapporto del 2018 della Hawaii Wildfire Management Organization ha rilevato che gli esseri umani hanno introdotto nelle isole erbe e arbusti non autoctoni e soggetti a incendi, consentendo alle minacce di incendi boschivi di aumentare in modo esponenziale. Le specie non autoctone, ora coprono quasi un quarto della superficie totale delle Hawaii. «Queste piante introdotte dall’uomo per sostituire quelle autoctone che non crescono più, dopo gli incendi tendono a moltiplicarsi – ha spiegato Fleishman – quindi le piante che hanno maggiori probabilità di prendere fuoco sono anche quelle che si diffondono più rapidamente».

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