Brevi dal mondo: Sudan, Bangladesh, Venezuela, Russia
Internazionale A Khartoum firmato l'atteso accordo di condivisione del potere tra civili e militari. Incendi nello slum di Dacca: 50mila senza tetto. Maduro torna a proporre elezioni anticipate per il parlamento venezuelano. I servizi segreti russi ai soccorritori: silenzio sull'incidente nucleare
Internazionale A Khartoum firmato l'atteso accordo di condivisione del potere tra civili e militari. Incendi nello slum di Dacca: 50mila senza tetto. Maduro torna a proporre elezioni anticipate per il parlamento venezuelano. I servizi segreti russi ai soccorritori: silenzio sull'incidente nucleare
Firmato l’accordo militari-civili, il Sudan festeggia
Mentre a Khartoum ieri si apriva il processo per corruzione all’ex presidente Omar al-Bashir, deposto ad aprile, l’Alleanza per la Libertà e il Cambiamento (le opposizioni sudanesi) firmava con il Consiglio militare di transizione l’atteso accordo di transizione: un governo formato da civili e militari, elezioni entro tre anni e un premier scelto dalle opposizioni. Alla cerimonia hanno preso parte il premier etiope Ahmed, mediatore tra le parti, e il presidente del Sud Sudan Kiir. In piazza la gente ha festeggiato pur con cautela: resta il timore che la giunta non rispetti l’intesa.
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Incendio nello slum di Dacca: 50mila sfollati
A pochi mesi dall’ultimo devastante incendio che lo scorso febbraio ha ucciso 80 persone, venerdì il fuoco ha di nuovo colpito la capitale del Bangladesh, Dacca, nella baraccopoli di Chalantika. Almeno 50mila le persone rimaste senza un tetto sulla testa, 15mila case distrutte. Le fiamme si sono allargate velocemente a causa della plastica usata per i ripari.
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Maduro: «Elezioni anticipate per il parlamento»
«Volete che si tengano elezioni e anche io voglio che ci siano elezioni». Così ieri il presidente del Venezuela Maduro ha rilanciato l’idea di elezioni anticipate per l’Assemblea nazionale presieduta dall’avversario Guaidó. Il rinnovo del parlamento (esautorato dei suoi poteri) è osteggiato delle opposizioni che ne hanno la maggioranza.
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I servizi russi ai soccorritori: silenzio sull’incidente nucleare
Il settimanale moscovita in lingua inglese Moscow Times rivela nuovi dettagli inquietanti sull’incidente nucleare occorso lo scorso 8 agosto in un sito militare russo nella provincia di Archangelsk. Alcuni medici e infermieri dell’ospedale che si trova nei pressi del luogo dell’esplosione sostengono di aver dovuto soccorrere alcuni feriti senza essere stati messi al corrente del fatto che sarebbero potuti essere contaminati.
Il giorno successivo tutto il personale che aveva lavorato direttamente con quei pazienti è stato invitato dagli agenti del Servizio di sicurezza federale (Fsb) a firmare dichiarazioni di non divulgazione di quanto era accaduto.
«Non sono stati costretti a firmarli, ma quando tre agenti del Fsb arrivano con un elenco e chiedono a quelli dell’elenco di firmare, pochi dicono di no» ,ha sostenuto uno dei medici coinvolti nella vicenda. «Ora il personale è a dir poco furioso – ha detto un medico a Moscow Times – Questo è un ospedale pubblico. Non eravamo preparati». Ma qualcosa di ancora più grave è avvenuto in seguito. Per far sbollire la rabbia del personale è stato offerto loro un viaggio a Mosca per eseguire esami approfonditi.
Sessanta persone che erano state a contatto con i pazienti hanno accettato l’offerta. Purtroppo in un medico dei due primi gruppi volati a Mosca è stato trovato nel tessuto muscolare del Cesio-137, un sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio-235. Una delle fonti ha affermato che il medico interessato gli ha confessato che fino a quel momento non era stato ancora informato della quantità o della concentrazione delle radiazioni riscontrate nel suo corpo. I voli a Mosca per i controlli sono stati subito interrotti e le autorità hanno sostenuto di essere in attesa di maggiori informazioni.
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