Brevi dal mondo: Francia, Turchia
Internazionale Dopo mesi di proteste dei gilet gialli, il premier francese Philippe promette di ridurre le tasse. La Turchia convoca l'ambasciatore italiano: il parlamento sta votando sul genocidio armeno. Nelle stesse ore il riconteggio dei voti dava ufficialmente Ankara alle opposizioni
Internazionale Dopo mesi di proteste dei gilet gialli, il premier francese Philippe promette di ridurre le tasse. La Turchia convoca l'ambasciatore italiano: il parlamento sta votando sul genocidio armeno. Nelle stesse ore il riconteggio dei voti dava ufficialmente Ankara alle opposizioni
Francia. «Ridurremo le tasse», fine del Grand Débat
«Un’immensa esasperazione fiscale», dopo tre mesi di dibattito nazionale voluto dal presidente francese Emmanuel Macron per placare la rabbia dei gilet gialli, il premier Edouard Philippe, durante la cerimonia conclusiva al Grand Palais, ha presentato le conclusioni e ha promesso: «Dobbiamo ridurre, e ridurre più rapidamente le tasse». In Francia, ha sintetizzato, la «fraternità», uno dei valori fondanti della République, «non si vede più», e ci vuole un maggiore coinvolgimento dei cittadini nei processi democratici. Ultimo punto, lla lotta ai cambiamenti climatici che i francesi auspicano, ma non vogliono che questo sforzo passi «attraverso le tasse».
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Turchia/1. Voto sul genocidio armeno, rabbia sull’Italia
La Camera dei deputati italiana discute la mozione per impegnare l’esecutivo a riconoscere il genocidio armeno e Ankara si infuria: ieri il ministro degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, per protestare. Il parlamento italiano ha già riconosciuto il genocidio armeno nel 2000; la mozione (a firma Formentini, Lega) chiede al governo di fare altrettanto, «riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e darne risonanza internazionale».
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Turchia/2. Ankara alle opposizioni: lo dice il riconteggio
A riconteggio avvenuto, dopo il ricorso del partito di governo dell’Akp, il Consiglio delle elezioni conferma: Mansur Yavas, candidato del partito repubblicano Chp ad Ankara, ha vinto ed è ufficialmente sindaco della capitale. Dopo il voto del 31 marzo, l’Akp ha denunciato «irregolarità» e chiesto il riconteggio. Resta il nodo Istanbul, dove il candidato del Chp ha ottenuto 25mila voti in più. Al momento si sta ancora ricontando ma (pare) il vantaggio si è assottigliato: 16mila voti sull’Akp. Ieri Erdogan ha rincarato: «C’è stato crimine organizzato».
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