Internazionale

Brasile, sui poveri si abbatte il Covid e la violenza di polizia

Brasile, sui poveri si abbatte il Covid e la violenza di polizia

Brasile Nello stato di Rio ad aprile e maggio almeno 65 vittime per «operazioni di sicurezza»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 28 luglio 2020

Neanche le misure di isolamento sociale, varate per contrastare la pandemia, sono riuscite a fermare l’azione violenta della polizia brasiliana.

Nei mesi di aprile e maggio di quest’anno, quando in Brasile sono state adottate le misure di contenimento più rigide, si è assistito a un forte calo di tutti i reati: furti, rapine, crimini contro il patrimonio, violenze alle persone si sono dimezzati. Eppure, durante il lockdown gli interventi della polizia sono stati attuati nelle forme più violente, con un indice di letalità che ha raggiunto livelli record.
Nello stato di Rio nei mesi di aprile e maggio si sono registrati 65 morti in conseguenza di azioni della polizia, mentre negli stessi mesi del 2019 erano stati 49.

Nello stato di San Paolo, nei due mesi analizzati, si contano 187 morti per mano della polizia, contro i 143 del 2019. Anche nello stato del Cearà gli interventi della polizia hanno causato nei due mesi un numero di morti che è più che doppio rispetto all’anno precedente (53 contro 26).

Una triste contabilità portata alla luce dal Forum brasiliano di sicurezza pubblica, un fenomeno che non trova alcuna giustificazione. Come è possibile che di fronte a una diminuzione drastica dei crimini corrisponda un aumento di letalità della polizia?

Siamo di fronte a interventi che si manifestano con le stesse modalità in più luoghi e nello stesso arco di tempo, sotto il controllo degli alti comandi. Non si tratta di «casi isolati» o di «condotte individuali sbagliate», ma di interventi in cui si privilegia lo scontro armato, con la polizia che si muove in una logica di guerra.

La creazione di battaglioni speciali mira a produrre azioni letali nei confronti delle attività criminali, senza alcun protocollo per un uso progressivo della forza e ignorando i valori costituzionali dei diritti umani. La polizia giustifica la violenza sostenendo che si tratta di «interventi efficaci in territori particolarmente ostili».

Uno studio del Forum di sicurezza pubblica, riferito al 2018, metteva a confronto la letalità della polizia brasiliana rispetto ad altri paesi.

Se negli Usa ogni 100 omicidi, 2,7 sono compiuti dalla polizia, in Brasile il dato è di 7,8. Nel 2019 la polizia brasiliana ha ucciso 5804 persone, di cui 1810 nello stato di Rio. Il numero di morti causato dalla polizia nello stato di Rio è il doppio di quelle causate dalla polizia negli Usa, dove la popolazione è 10 volte superiore a quella dello stato brasiliano.

Secondo il Forum di sicurezza pubblica, un intervento su due della polizia brasiliana si conclude in modo letale. Il problema è che le forme più violente di intervento si registrano nei quartieri e nelle aree più povere del Brasile dove il virus mostra una maggiore diffusione e letalità.

Molti degli interventi della polizia hanno coinvolto i volontari che in questi mesi stanno operando nella distribuzione di alimenti alla popolazione povera del paese, rendendo difficile la loro attività.

Sono numerose le testimonianze di volontari che denunciano la brutalità degli interventi della polizia. Nel Brasile di Bolsonaro la popolazione più povera del paese è quella che sta subendo maggiormente l’azione letale del virus e della polizia.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento