Dopo Bucha, Borodyanka. C’è il fondato timore che le scene terrificanti giunte dalla cittadina alle porte di Kiev diventino il penultimo punto di non ritorno della guerra di Putin all’Ucraina, ripresentandosi una ventina di km più a nord. Appare in gran parte distrutta dai bombardamenti Borodyanka, raggiunta ieri dall’inviato dell’Ansa, che ha assistito al ritrovamento del «cadavere di un uomo con segni di torture: aveva la mani legate e una busta alla testa».

Il sindaco di questo centro dell’Oblast di Kiev con poco meno di 15 mila abitanti racconta: «Ci sono i corpi di circa 200 civili sotto le macerie (…). Il 24 febbraio siamo stati la prima città colpita. Solo ora portiamo via i corpi perché i russi non ce lo hanno permesso (…). Ci hanno detto che potevamo evacuare ma sparavano a chiunque uscisse in strada».

NELLE STESSE ORE L’ONU, una delle vittime illustri dell’invasione russa, provava a battere un colpo per dare forma almeno allo sdegno che le agghiaccianti immagini di Bucha continuano a diffondere. «Non le dimenticherò mai», ha detto ieri il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres, aprendo la riunione del Consiglio di sicurezza convocata d’urgenza per discutere degli ultimi orrori. Guterres si è detto «scioccato dalle testimonianze di stupri e violenze sessuali che emergono»; ha ricordato i 10 milioni di sfollati prodotti in 40 giorni; è tornato a sollecitare l’apertura di un’inchiesta internazionale indipendente sulle stragi di civili.

Non è bastato come da previsioni ad addolcire i toni dell’intervento in collegamento da Kiev del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Dov’è la sicurezza che il Consiglio deve garantire? Dov’è la pace?» ha chiesto provotoriamente, dopo aver elencato i crimini delle truppe russe, i saccheggi, la pulizia etnica e religiosa, le intere famiglie sterminate, i rifugi colpiti deliberatamente, le donne violentate e uccise davanti ai figli con modalità raccapriccianti.

«HANNO DEPORTATO CENTINAIA di migliaia di ucraini nel loro paese, rapito oltre 2mila bambini… Vogliono farci schiavi» chiosa Zelensky. Riferendo della sua visita a Bucha dove «non c’è un solo crimine che i russi non abbiano commesso» (le autorità ucraine parlano di circa 350 corpi, in parte seviziati e con le mani legate, mentre il ministero della Difesa di Mosca ha ripetuto ieri che trattasi di «provocazione»), Zelensky ha confermato che nuovi massacri emergono sulla scia della ritirata russa.

Di «bambini di meno di 10 anni uccisi con segni di stupro e tortura trovati nella città di Irpin» aveva parlato poco prima Lyudmila Denisova, commissario per i diritti umani del parlamento ucraino, denunciando segregazioni ed esecuzioni sommarie in diverse località riconquistate ai russi; nella regione di Chernihiv e in quella di Sumy.

«TEMIAMO CHE BUCHA non sia un caso isolato – è la conferma della segretaria generale di Amnesty International, Agnés Callamard -. Abbiamo già raccolto prove di attacchi indiscriminati contro la popolazione civile a Kharkiv, nell’oblast di Sumy, a Chernihiv e durante gli assedi di Kharkiv, Izium e Mariupol», ha aggiunto. Annunciando la pubblicazione a breve di nuove testimonianze raccolte nella regione di Kiev.

Intanto, in attesa di una «nuova Norimberga» in cui processare Putin e tutta la catena di comando sotto di lui, Zelensky propone al Palazzo di Vetro la sua soluzione: espellere la Russia dal Consiglio di sicurezza, così non potrà più mettere il veto sulle risoluzioni di condanna alle «sue aggressioni». Della necessità di una «sospensione» ha parlato anche la rappresentante Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield: la «farsa» di Mosca nel Consiglio, dice, non è «solo il colmo dell’ipocrisia, è pericoloso».

E MENTRE LA NECESSITÀ di un’«indagine indipendente» sui massacri di civili sembra mettere tutti d’accordo sul fronte occidentale, la Polonia ha le sue velleità probatorie e potrebbe presto inviare a Bucha – come riferisce il vice ministro degli Esteri di Varsavia, Pawel Jablonski, al portale Infostart – dei suoi investigatori.

Errata Corrige

Dopo Bucha, l’orrore si rinnova nelle zone a nord di Kiev riprese dagli ucraini. Il sindaco di Borodyanka: «200 corpi sotto le macerie». Amnesty conferma i massacri indiscriminati di civili commessi dai russi. Zelensky all’Onu: «Basta veti, via Mosca dal Consiglio di sicurezza»