L’ennesima diserzione di Francesco Borgomeo e del liquidatore Gianluca Franchi a un tavolo per la reindustrializzazione di Qf ex Gkn, fissato questa volta al ministero delle imprese e del made in Italy dopo 13 lunghissimi mesi di silenzio, non ha stupito né gli operai e i sindacati né gli enti locali toscani, ormai abituati alla tattica della terra bruciata da parte della proprietà. A questo punto però la Fiom Cgil e la Rsu Qf, con gli stessi enti locali implicitamente concordi, hanno chiesto il commissariamento dell’azienda.
In risposta il governo ha preso ancora tempo, annunciando di voler convocare “presto” Borgomeo e Franchi “per approfondirne le intenzioni e verificare la possibilità di promuovere un secondo incontro esteso alle istituzioni locali”. Un altro incontro per dare una ulteriore chance all’azienda. Una Qf che comunque corre sempre più velocemente contro il muro eretto dalla sentenza del Tribunale di Firenze che ha imposto il rispetto della legge 234/2021 Orlando-Todde, con tutto quel che ne consegue. A partire dall’obbligatorietà della presentazione di un piano sociale, che permetterebbe quantomeno di avviare un nuovo ammortizzatore sociale per i 170 attuali dipendenti di Qf, ai quali da tre mesi non vengono pagati gli stipendi che pure spettano loro di diritto.
La pazienza ha un limite e questo limite è stato abbondantemente superato, hanno spiegato nei giorni scorsi in interviste sui media locali sia il segretario nazionale Samuele Lodi che Stefano Angelini della Fiom fiorentina. “Noi il commissariamento lo avevamo già chiesto un anno fa – ha puntualizzato Angelini – quando i lavoratori erano più di 250, quelli previsti dalla legge per il commissariamento. Ma l’azienda è inaffidabile. Ci prendono in giro, e l’unica soluzione è andare in deroga alla norma sul commissariamento e commissariare Qf”.
Per qualsiasi progetto di rilancio industriale, ribadiscono Lodi, Angelini e la Rsu Qf al termine dell’incontro al ministero, “è necessario avere un interlocutore serio che abbia la reale intenzione di costruire, insieme alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali, una possibile soluzione dal progetto di reindustrializzazione dal basso”. Insomma un “condominio industriale”.
Inoltre si deve anche dare corso alla sentenza del giudice del lavoro: “Deve essere rispettata”, dice secco Angelini. Ed anche la Uil con Gianluca Ficco, segretario nazionale per il settore automotive, è dello stesso avviso: “C’è l’estrema urgenza di un intervento straordinario da parte istituzionale, che perlomeno faccia rispettare le procedure della legge 234/2021”.
Loro, gli operai, con in tasca lo splendido messaggio di sostegno di Ken Loach subito postato sui social del Collettivo di Fabbrica, hanno fatto un presidio fuori dal ministero, e prima ancora sono andati davanti al rettorato della Sapienza dove c’era il “contro Senato accademico” dei collettivi: “Tante volte questi studenti hanno mostrato solidarietà nei nostri confronti, questa volta la portiamo noi”.