Lavoro

Borgo Mezzanone, le prime case mobili fanno gola

Borgo Mezzanone, le prime case mobili fanno golaUn lavoratore agricolo nella baraccopoli

Lotta per la casa Fermento nella baraccopoli per l'apertura a fine agosto dei primi 130 moduli abitativi per dare un tetto decente a circa 400 lavoratori agricoli migranti. Presidio del comitato "Campagne in lotta" che chiede di entrare subito nelle strutture. Giovanni Tarantella, Flai Cgil: "La Prefettura di Foggia ci ha confermato il cronoprogramma abitativo, e farà portare più acqua potabile". Si cercano bagni chimici, aspettando le prime bonifiche del campo.

Pubblicato circa un anno faEdizione del 11 agosto 2023

Dopo il terzo incendio in due settimane c’è fermento nella baraccopoli di Borgo Mezzanone. Soprattutto perché le 130 case mobili di cui la Prefettura di Foggia ha confermato l’apertura per la fine di agosto, convocando ieri mattina il segretario generale della Flai Cgil locale, Giovanni Tarantella, per fare un ulteriore punto della situazione, fanno gola. E in un campo che ospita al momento più di mille migranti, lavoratori agricoli, impegnati nella raccolta di frutta, verdura e ortaggi nelle campagne della Capitanata e del Tavoliere, la prima consegna delle case mobili interesserà circa 400 persone, non di più.

Mentre altre 600 dovranno aspettare la fine dell’anno per vedere completata la seconda tranche di lavori su ulteriori 200 case mobili. Ecco così che alcune decine di migranti di un comitato spontaneo ed autorganizzato, il collettivo “Campagne in lotta”, hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti al ghetto. Anticipando che “non andremo via da qui fino a quando non entreremo nei moduli abitativi, questo deve avvenire nell’immediato”, e fornendo un corposo e forbito documento ai media: “Molti di noi lavorano in agricoltura – c’è scritto – e da anni ci organizziamo in autonomia per avere una vita migliore.

Siamo scesi in strada tante volte, abbiamo alzato la voce e trovato il modo per farci ascoltare, perché non accettiamo che la nostra vita dipenda da un documento, perché non è giusto essere sfruttati mentre molti fanno i loro interessi e si arricchiscono alle nostre spalle: i padroni, chi costruisce i campi dove viviamo, chi li gestisce, chi decide le politiche migratorie e spesso anche le organizzazioni che dovrebbero difenderci, come i sindacati”.

Mentre quelli di “Campagne in lotta” protestavano, in Prefettura veniva confermato il cronoprogramma stabilito dieci giorni fa, dopo una partecipata manifestazione nel centro di Foggia dei lavoratori agricoli del ghetto e della Flai, che a Borgo Mezzanone ha allestito anche una artigianale casa del popolo per fare sindacato di strada: “Ci hanno convocato d’urgenza dopo l’ennesimo incendio – spiega Giovanni Tarantella – e il prefetto ci ha rassicurato sulle tempistiche di apertura delle prime 130 case mobili. Ora ci stanno lavorando elettricisti e idraulici per gli allacci, e per la fine del mese saranno tutte pronte”.

Anche su un altro degli annosi problemi del “villaggio informale” sorto attorno ad una vecchia pista aeroportuale, quello legato alla mancanza di acqua potabile e di pur minimi servizi igienici degni di questo nome, nell’incontro in Prefettura sono arrivate ulteriori conferme: “All’inizio di agosto sono stati installati tre grandi serbatoi di acqua potabile – prosegue il sindacalista – che fino ad oggi sono stati riforniti ogni due giorni dalle autobotti. Lavoratori e lavoratrici ne sono stati contenti, per loro è stata una conquista che attendevano da tempo. Ma con l’attuale affollamento del campo l’acqua non è sufficiente per le esigenze di tutti.

Lo abbiamo fatto presente, così da questo fine settimana le autobotti per alimentare i serbatoi arriveranno tutti i giorni. Mentre per i bagni chimici il prefetto ci ha detto che ne stanno parlando con la Protezione civile e la Regione Puglia, vanno presi accordi con le ditte per poterli avere ed assicurarne il montaggio. Un’operazione che andrà di pari passo con una prima bonifica del campo, grazie al milione di euro che la Provincia di Foggia ha stralciato affidando questi fondi all’amministrazione comunale di Manfredonia, che li aspettava per far iniziare i lavori”.

Tarantella non nasconde che questi sono solo i primi passi, dettati all’emergenza, per affrontare un problema grosso come una casa. “Ma in tanti anni che esiste il ghetto, questa è la prima volta che lo Stato si sta impegnando per Borgo Mezzanone. Lo fa grazie ai fondi del Pnrr, ci sono un centinaio di milioni di euro a disposizione per l’eliminazione delle baraccopoli pugliesi e per trovare soluzioni abitative alternative ai lavoratori agricoli. Le prefetture ne stanno parlando con il ministro Fitto chiedendo di poterli avere al più presto, una quindicina di milioni secondo il prefetto possono essere utilizzati velocemente”.

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