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Bombe russe sulle centrali. E Minsk denuncia attacchi ucraini

Bombe russe sulle centrali. E Minsk denuncia attacchi ucrainiKyiv al buio durante una tempesta di neve – foto Ap

Il limite ignoto Riprendono i raid mirati per danneggiare le forniture elettriche

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 30 dicembre 2022

Mosca dà seguito alle parole con i fatti e torna a bombardare pesantemente l’Ucraina. Giovedì il portavoce del Cremlino aveva detto «Kiev accetti le nostre condizioni o gli saranno imposte con l’esercito»: l’ondata di attacchi di ieri non smentisce la linea russa. Almeno 69 missili sono stati lanciati nuovamente contro le centrali elettriche e le infrastrutture strategiche ucraine.
Tuttavia, stando alle dichiarazioni del capo di stato maggiore ucraino, il generale Valeryi Zaluzhnyi, la contraerea sarebbe riuscita ad abbatterne 54. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha definito gli attacchi «una barbarie senza senso» in un messaggio diffuso via Twitter. «Fingere di essere neutrali – ha aggiunto il politico ucraino a caldo – equivale a prendere le parti della Russia».
Diverse le regioni colpite, dall’est a Leopoli e a fine giornata il bilancio accertato era di almeno due morti a Kharkiv e di una decina di feriti nel resto del paese. L’aeronautica ucraina ha dichiarato che il nemico ha inviato i cosiddetti «droni kamikaze» di fabbricazione iraniana durante la notte e fino alle prime luci dell’alba quando sono iniziate le salve di missili, lanciati sia da basi terrestri sia da aerei sia dalle navi di stanza nel Mar nero.

L’attacco di ieri arriva a quasi un mese dall’ultimo di intensità comparabile, tanto che alcuni analisti avevano iniziato a ipotizzare che Mosca stesse dilatando volutamente la frequenza dei bombardamenti per evitare di finire a corto di artiglieria pesante.

A oggi non è dato sapere in che condizioni versano i depositi dell’esercito russo e, nonostante molti in Occidente si dicono sicuri che siano ai minimi storici, gli effetti sulle città ucraine continuano a essere devastanti. Sia nell’immediato sia nel breve termine. Come ha spiegato su Telegram il primo ministro ucraino Denis Shmyhal, diverse strutture energetiche sono state danneggiate, con l’obiettivo di «privare gli ucraini della luce prima del nuovo anno». In alcune aree, ha aggiunto Shmyhal, potrebbero essere necessari blackout di emergenza. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha rincarato la dose dichiarando che la Russia mira a «distruggere le infrastrutture cruciali e a uccidere in massa i civili».
A Kiev le difese sono state efficaci anche se il sindaco Vitali Klitschko ha chiesto ai suoi concittadini di ricaricare il più possibile i dispositivi elettronici in vista di nuovi e prolungati blackout e ha anche invitato la popolazione a rifornirsi d’acqua potabile poiché si temono nuovi danni alla rete idrica municipale. A Leopoli, invece, circa il 90% della città è rimasta al buio, come ha scritto il sindaco Anriy Sadovyi sul proprio canale Telegram.

Durante il pomeriggio di ieri, tuttavia, anche la Bielorussia è tornata protagonista: on-line si è diffusa la voce che un missile di difesa aerea ucraino «S-300» si sarebbe schiantato nel territorio di Minsk alle prime ore del giorno. Più volte Kiev ha accusato i vicini di cercare un pretesto per intervenire nel conflitto al fianco della Russia e che, dal canto suo, il governo di Lukashenko ha dichiarato che non tollererà «aggressioni da parte dell’Ucraina». Per questo l’incidente non è da sottovalutare. Ammesso che sia vero, il missile potrebbe aver deviato rotta accidentalmente, potrebbe essere stato proiettato altrove dall’impatto con la testata nemica in aria o essere caduto per un’avaria.

Il ministero della Difesa bielorusso, ripreso dall’agenzia di stampa statale Belta, ha dichiarato in seguito che il missile è stato abbattuto dalla difesa aerea bielorussa sopra la regione occidentale di Brest ed è caduto in un campo, dove non ha causato vittime. Il ministero degli Esteri bielorusso ha convocato l’ambasciatore ucraino per esprimere «forte protesta», chiedendo a Kiev di «condurre un’indagine approfondita» e di «chiamare i responsabili a rispondere». Al momento, la reazione di Minsk è stata puramente diplomatica.

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