Tra apologie del regime militare, elogi dei torturatori, plagi di Goebbels, minacce velate di golpe ed evocazioni di un nuovo AI-5 – l’Atto istituzionale che, nel 1968, ha dato avvio alla fase più brutale della dittatura –, il governo Bolsonaro non si è fatto mancare nulla. Tuttavia, parlando domenica a un folto gruppo di sostenitori che di fronte al comando generale dell’esercito a Brasilia invocavano l’intervento militare e la chiusura del Congresso, il presidente ha osato più di quanto avesse mai fatto prima. «Ha attraversato il Rubicone», ha commentato non a caso il presidente degli Ordine degli avvocati Felipe Santa...