Internazionale

Bolsonaro a Davos: il «nuovo Brasile» pronto a «fare affare con tutti»

Bolsonaro a Davos: il «nuovo Brasile» pronto a «fare affare con tutti»

Davos Il potente settore dell’agrobusiness chiede equidistanza nelle relazioni internazionali

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 24 gennaio 2019

Bolsonaro a Davos per vendere il «nuovo Brasile» e in cerca di credibilità personale dopo le sparate elettorali contro il «globalismo» e il «climatismo». Gli organizzatori gli hanno concesso la possibilità di parlare nella sessione inaugurale del Forum.

NESSUN ALTRO PRESIDENTE latino-americano aveva avuto questo privilegio. Bolsonaro è abituato a comunicare per slogan e gli riesce particolarmente difficile confrontarsi sui diversi temi. Ha più volte dichiarato di «non capire nulla di economia» e nessuno si attende dai suoi interventi grandi analisi economiche. Nei giorni scorsi aveva annunciato per Davos un discorso «corto e obiettivo».

Nella cittadina svizzera si è presentato come colui che offre sicurezza per fare affari in Brasile e il paese viene pubblicizzato come «affidabile e con grandi opportunità». Ed è questa la musica che vuol sentire l’elite economica-finanziaria che si ritrova ogni anno a Davos e con cui il pianeta deve fare i conti. Il capitale internazionale guarda con grande interesse al programma politico del nuovo presidente, pur manifestando qualche riserva per le sue posizioni sui temi ambientali. I cinque ministri che compongono la delegazione brasiliana avranno il loro da fare per spiegare dove sta andando il Brasile, in questa miscela di neoliberismo e nazionalismo che caratterizza la compagine governativa.

DA UNA PARTE IL MINISTRO dell’economia Paulo Guedes, che esprime una linea ultraliberista e che vuole collocare il Brasile in un ruolo equidistante, senza entrare in contrasto con Cina e Paesi arabi. «Fare affari con tutti», questo è il suo slogan. Dall’altra il Ministro degli esteri Ernesto Araujo che porta avanti una linea patriottica, contro il «globalismo», per stabilire alleanze con Usa, Israele e i governi europei di destra.

SONO SOPRATTUTTO I SETTORI legati all’agrobusiness a premere sul governo per una posizione di equidistanza sul piano internazionale. Nei giorni scorsi i settori ruralisti, che pure hanno sostenuto con decisione Bolsonaro, hanno rivolto molti appelli al presidente in vista di Davos. Si sollecita Bolsonaro a mandare messaggi di rispetto dell’ambiente e della sicurezza, per favorire gli investimenti in Brasile.

Per i produttori agricoli è fondamentale presentare il Brasile come un paese che mette in primo piano sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare.

Consigliano a Bolsonaro un atteggiamento prudente sugli accordi di Parigi, perché una uscita del Brasile da quegli accordi avrebbe gravi ripercussioni sul settore agroalimentare. Il primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari ha bisogno di una narrazione che tranquillizzi gli investitori e, soprattutto, i consumatori dei vari paesi.

E BOLSONARO SEMBRA aver raccolto, almeno in questa circostanza, questo appello, evitando le consuete «sparate». Intanto il generale Mourao svolge le funzioni di presidente in assenza di Bolsonaro. Dopo 34 anni dalla fine della dittatura militare, un generale si ritrova a presiedere il Brasile, sia pure pro-tempore. In una cerimonia simbolica e piena di enfasi svoltasi all’aeroporto di Brasilia, è avvenuto il passaggio delle consegne. Su Twitter il generale lancia un messaggio ai brasiliani in cui si dice onorato di assumere la presidenza della Repubblica e con gergo militaresco afferma che «manterrà la posizione».

Se Bolsonaro ha in programma numerosi impegni a Davos, anche il generale Mourao ha una fitta agenda di incontri in patria: con un gruppo di imprese per discutere di progetti minerari, con gli ambasciatori di Germania e Tailandia, con due generali e un colonnello per affrontare temi relativi alla sicurezza e alla difesa nazionale. Tanto per chiarire che, nel nuovo governo, i militari hanno un peso che va ben oltre i ministeri che occupano.

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