Internazionale

Blocchi e sciopero a oltranza in Bolivia per andare al voto

Blocchi e sciopero  a oltranza in Bolivia per andare al votoLa mascherina non mi fa tacere». Un militante della Cob in piazza a El Alto – Ap

Paese paralizzato Ma la mobilitazione guidata dalla Central obrera contro le destre golpiste genera dubbi anche a sinistra: in piena pandemia, rischio boomerang. Elezioni mancate e leggi incuranti dell’ambiente, l’emergenza resta il governo Añez

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 5 agosto 2020

Dalle prime ore di lunedì 3 agosto è scattata la mobilitazione, con sciopero a tempo indeterminato e blocchi stradali, della Centrale Obrera Boliviana (Cob), assieme a una cinquantina tra organizzazioni sociali e politiche, per chiedere che il governo golpista e transitorio guidato da Jeanine Añez non sposti, nuovamente, le elezioni presidenziali fissate per il 6 di settembre.
Sono oltre 75 i blocchi stradali sparsi in tutto il paese. Le indicazioni del sindacato sono quelle di lasciare passare le ambulanze e i mezzi che trasportano ossigeno, oltre a rispettare le distanze tra le persone. Per Juan Carlos Huarachi, segretario della Cob, «le persone si sono rese conto che il governo attuale non ha rispettato il mandato di transizione e non ha fissato le elezioni nazionali secondo i termini stabiliti dalla legge». E aggiunge: «In nome della salute i respiratori sono stati acquistati a un prezzo maggiorato e non li abbiamo visti arrivare in nessuno dei tre sottosistemi sanitari».

LA PRIMA RISPOSTA “istituzionale” arriva dal Tribunale supremo elettorale, eletto dal governo golpista in dicembre, che ha fissato dal 6 settembre al 14 ottobre il periodo della campagna elettorale. La Cob ha cercato per lungo tempo il dialogo ma sul continuo cambio di date per le elezioni presidenziali la corda si è rotta: per il sindacato la presidentessa Añez usa la scusa del Covid-19 per procrastinare il voto che si sarebbe dovuto svolgere entro gennaio e che era stato promesso in marzo, quando ancora la pandemia non era esplosa nel continente. Allo stesso tempo la Cob e le altre organizzazioni sociali impegnate nei blocchi considerano il governo golpista il principale responsabile della crisi sanitaria, economica e umanitaria che il paese sta vivendo.

TERRITORI IN RESISTENZA, realtà di base boliviana, sostiene che «ciò di cui abbiamo urgentemente bisogno sono le elezioni, la situazione è già molto difficile a causa della pandemia, ma anche a causa delle dinamiche di questo governo che continua a favorire leggi volte all’estrazione di beni naturali dal sottosuolo invece di proteggere la vita delle persone. La presidente Añez e il suo governo golpista, non solo non stanno rispettando il mandato che gli è stato assegnato, che è quello di indire elezioni il più presto possibile, ma stanno anche varando leggi che favoriscono l’agroindustria, le sementi ogm o l’espansione delle aree minerarie». Territori in Resistenzanon è tra i soggetti che aderiscono e organizzano i blocchi, in quanto – sostiene l’organizzazione, la mobilitazione «sarà parziale, e c’è il rischio che emergano anche delle differenze dentro la Cob».

PER MARCELO AREQUIPA, docente di Scienze politiche all’Università di La Paz, «la richiesta principale della mobilitazione della Cob è che le elezioni si svolgano il 6 settembre e non il 18 ottobre. Pertanto è una protesta politico-elettorale. Tutto giusto e legittimo, il problema, per me, è che stiamo vivendo contemporaneamente diverse crisi oltre a quella politica. La semplice idea che le città potrebbero rimanere bloccate, senza essere in grado di ottenere cibo, in un periodo di pandemia, rischia di non godere dell’approvazione della nuova classe media ma anche di parte dei settori popolari. Questo è il motivo per cui ritengo che la misura possa alla fine risultare controproducente per Mas e Cob». I sondaggi dicono che ad oggi il Mas è il primo partito e le destre sono lontane anche perché divise al loro interno.

LA PANDEMIA DA COVID-19 intanto non si placa (quasi 82mila i contagiati) e nel paese il clima politico e lo scontro sono accesi, anche tra le formazioni anti-golpiste, dove le posizioni risultano composite, tanto quanto la storia plurinazionale della Bolivia.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento