La visita a sorpresa di Antony Blinken a Kiev ci dice molto di più delle notizie pessime che giungono dal fronte di Kharkiv. Significa che per l’Ucraina è il momento più buio dall’inizio della guerra. Il segretario di Stato Usa ha affrontato un lungo viaggio per ribadire alla Russia e al mondo che Washington è ancora al fianco di Zelensky, che le armi arriveranno, che bisogna tenere le posizioni al fronte. Ma le ultime mosse dei generali di Mosca lasciano presagire che presto assisteremo a un nuovo tentativo di chiudere i difensori in una sacca dell’ampiezza di centinaia di chilometri.

«È UN MOMENTO difficile» ha detto Blinken nella conferenza stampa alla fine dell’incontro a porte chiuse con il presidente ucraino, «ma gli aiuti degli Stati uniti stanno arrivando». Il plenipotenziario di Biden si riferisce ai 61 miliardi di aiuti militari approvati tre settimane fa dalle Camere Usa e non lesina particolari: «Artiglieria e Atacms… e anche altri sistemi di difesa aerea destinati a soddisfare le esigenze più urgenti, con un’attenzione particolare all’attività della Russia a Kharkiv». Da quest’ultima continuano ad arrivare notizie poco rassicuranti. L’esercito ucraino, secondo Reuters, si sarebbe ritirato da una posizione di difesa nei pressi centro strategico di Lyptsi, circa 35 km dal capoluogo Kharkiv. In contemporanea, nel suo bollettino quotidiano, il ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista di altri due villaggi e «l’avanzata in profondità» nella regione ucraina. A partire dalla cittadina di frontiera di Vovchansk (la nuova Bakhmut secondo le autorità locali), dove saremmo già alla battaglia strada per strada. I russi sostengono di aver conquistato la parte occidentale e settentrionale dell’abitato ma gli ucraini smentiscono e parlano di «situazione sotto controllo», anche se appare difficile che sia davvero così.

UN’ALTRA TEGOLA per Kiev arriva dall’analisi di Kyrylo Budanov, il capo dei servizi segreti militari ucraini (Gru), pubblicata dal New York Times. Secondo Budanov nei prossimi giorni assisteremo a una stabilizzazione della situazione sul fronte di Kharkiv in quanto i reparti ucraini rafforzeranno le posizioni difensive. Ma, e qui sta la novità preoccupante, gli uomini di Mosca lanceranno una nuova offensiva dalla regione di Sumy, più a nord. Se la previsione di Budanov si rivelasse corretta, i soldati ucraini dovranno opporsi a un attacco su un fronte di quasi 2.000 km. L’obiettivo russo è quello di penetrare lungo almeno una delle direttrici d’attacco perché se si sfonda in un punto si può accerchiare il nemico nell’altro. E qui la schiacciante superiorità numerica russa sul campo avrà un valore effettivo: le forze armate ucraine non possono dislocare reparti da una zona all’altra del fronte mentre i russi attaccano da tre lati (Donetsk, Kharkiv e ora Sumy). Se la manovra russa avrà successo i difensori dovranno scegliere dove ripiegare.

SE NON RIUSCIRÀ sarà l’ennesimo esempio dell’incredibile resistenza degli uomini di Kiev. Ma il valore militare non può sopperire alla mancanza di pezzi d’artiglieria, munizioni, mezzi e contraerea. Ci si potrebbe chiedere qual è la differenza rispetto alle prime settimane di guerra. Perché in quei giorni fatidici i soldati ucraini sono riusciti a resistere e ora non dovrebbero riuscirci? Due anni e 3 mesi di scontri sanguinosi sarebbero una risposta quasi onnicomprensiva. I militari ucraini sono stanchi e molti reparti in prima linea non ruotano da mesi. Sono poco e male armati e dalla ritirata da Avdiivka in poi il loro morale è in caduta libera. Di contro a Mosca sentono il momento favorevole, i comandanti hanno impiegato mesi ma alla fine hanno imparato che mandare ondate di reclute al massacro non serve a nulla. Bombardare a tappeto il fronte e pattugliare con centinaia di droni le linee nemiche invece sì. Dislocare i reparti in modo da costringere il nemico, in inferiorità numerica, ad aprire le maglie della difesa anche. Resta condivisibile l’ultima nota della Difesa britannica: «È improbabile che la Russia abbia accumulato un livello sufficiente di forze per conquistare Kharkiv senza mobilitare ulteriori risorse» e lo stesso Budanov ieri ha smentito gli arretramenti dichiarando che «non si registrano successi significativi dei russi in direzione di Kharkiv».

MA NON SAPPIAMO se Mosca vuole muovere davvero verso Kharkiv, anche se ieri l’ha bombardata di nuovo provocando almeno 16 feriti. Potrebbe, nonostante tutto, trattarsi di una mossa tattica volta a provocare «il collasso delle difese ucraine», come auspica il Cremlino.