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Blinken in Polonia, vacilla il veto Usa su armi a lungo raggio

Blinken in Polonia, vacilla il veto Usa su armi a lungo raggioIl segretario di stato Usa Antony Blinken e il premier polacco Donald Tusk ieri a Varsavia – Ap

Stati uniti Joe Biden accoglie a Washington il primo ministro Keir Starmer, sul tavolo anche le restrizioni per l’Ucraina sui missili occidentali

Pubblicato 21 giorni faEdizione del 13 settembre 2024

Fino ad ora Joe Biden si è rifiutato di consentire all’Ucraina di utilizzare contro gli obiettivi militari russi i missili occidentali a lungo raggio. Le sue posizioni però sembrano star cambiando.

La scorsa primavera il presidente Usa aveva autorizzato l’Ucraina a usare le armi americane per colpire in Russia con finalità di autodifesa, ma ponendo dei limiti specifici, circa 60 miglia, alla distanza entro cui l’Ucraina poteva lanciare i sistemi missilistici tattici terra-terra di fabbricazione americana, preoccupato di provocare una rappresaglia da parte del presidente Vladimir Putin, e di una potenziale escalation.

A DIMOSTRAZIONE che le posizioni della Casa bianca sembrano sul punto di cambiare c’è il fatto che la questione dei missili sarà sul tavolo oggi, quando Biden incontrerà a Washington il primo ministro britannico Keir Starmer, in un colloquio che avviene dopo l’invio dei loro massimi diplomatici a Kiev, dove sono stati per ascoltare le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I ministri degli Esteri dei due paesi, durante una visita interrotta dagli allarmi di raid aerei, hanno parlato con Zelensky di nuove mosse a sostegno dell’Ucraina, ma non di una svolta sugli attacchi a lungo raggio contro la Russia, disperatamente ricercati dall’Ucraina.

«ABBIAMO discusso, tra l’altro, anche di attacchi a lunga distanza – ha dichiarato Blinken ai giornalisti dopo l’incontro – Riporterò la discussione a Washington per informare il presidente su ciò che ho sentito». E che le cose si stiano iniziando a muoversi si è dedotto anche dalla dichiarazione rilasciata ieri da Blinken durante una conferenza stampa a Varsavia, dove si è recato dopo l’incontro con Zelensky. «Posso dirvi che mentre andiamo avanti faremo esattamente ciò che abbiamo già fatto – ha detto il segretario di Stato – ovvero ci adatteremo come necessario per difenderci dall’aggressione russa. Dato che ciò che fa la Russia è cambiato, che il campo di battaglia è cambiato, ci siamo adattati».

Nelle parole di Blinken risuonano anche gli effetti della conversazione avuta con il ministro degli Esteri polacco, Radek Sikorski, che durante il loro incontro ha spiegato di essere del parere che all’Ucraina dovrebbe essere consentito di usare le armi per autodifesa, in quanto «la Russia sta commettendo crimini di guerra attaccando obiettivi civili» e «una vittima di aggressione ha il diritto di difendersi».

A WASHINGTON, intanto, è già da qualche tempo che si parla di allentare le restrizioni sui missili a lungo raggio, e ogni giorno si allunga la lista dei compagni di partito di Biden che gli chiedono di cambiare le sue posizioni a riguardo ai limiti d’uso. La senatrice del New Hampshire Jeanne Shaheen è solo l’ultima parlamentare a chiedere pubblicamente la loro revoca. Poco prima di lei si era schierato anche il presidente della commissione per le relazioni estere del Senato Ben Cardin, alla luce degli «attacchi incessanti di Putin contro i civili e le infrastrutture ucraine. Considerando l’escalation di attacchi, è giunto il momento di allentare le restrizioni sull’uso da parte dell’Ucraina delle armi fornite dagli Stati uniti. Una maggiore flessibilità nel prendere di mira le risorse militari russe danneggerà la capacità di Mosca di colpire il popolo ucraino. Gli Usa devono agire rapidamente per concedere queste autorizzazioni».

IN UNA LETTERA anche un gruppo di repubblicani della Camera ha esortato Biden ad allentare le restrizioni, e in un’altra missiva 17 ex funzionari della sicurezza nazionale, tra cui ex ambasciatori statunitensi in Ucraina e alti comandanti militari, hanno invitato Blinken e Lammy ad «agire con alacrità».

Un funzionario di Washington ha detto alla Cnn che l’intelligence statunitense ha prove che la Russia è preparata per questa eventualità, e ha già spostato una serie di risorse al di fuori della portata di eventuali attacchi a lungo raggio.

Alla domanda sulle preoccupazioni legate all’escalation, Blinken ha detto che queste rappresentano un fattore in considerazione, ma «certamente non l’unico, e non necessariamente determinante», e ha poi accusato la Russia di stare già fomentando l’escalation acquistando dei missili balistici iraniani.

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