Con il voto di fiducia posto in extremis dal governo, il testo di conversione in legge del decreto Caivano ha ottenuto il via libera dal Senato. I sì sono stati 90, i voti contrari 45, e zero astenuti. Il provvedimento passa ora alla Camera dove dovrebbe essere esaminato dalla commissione Affari costituzionali da lunedì 30 ottobre e approdare in Aula da lunedì 6 novembre, per essere convertito in legge entro il 14 novembre.

Le opposizioni gongolano per i 90 voti che sono il numero più basso registrato a Palazzo Madama dall’inizio della legislatura tra le 12 fiducie poste dal governo Meloni. Mancavano all’appello 22 senatori della maggioranza, di cui 6 ministri e 4 sottosegretari giustificati. Inoltre, aggiunge il dem Boccia, «siamo a 35 voti di fiducia, il governo viaggia sui tre al mese battendo tutti i record delle ultime tre legislature. Quella sul dl Caivano è una fiducia messa per le divisioni tra Lega e Fd’I, soprattutto». Solo chiacchiere, secondo la maggioranza che ribatte: «il numero legale era 84» e sei voti in più di venerdì non erano affatto scontati. D’altronde, fa notare la Lega, anche «le opposizioni riunite erano solo 45: davvero un campo larghissimo».

Nel merito: il testo del decreto aumenta le pene sul porto abusivo di armi e le sanzioni per i genitori dei figli che non vanno a scuola, ma soprattutto introduce due nuove fattispecie di reato: quella della «stesa» e dei reati di droga di «lieve entità» commessi in modo «non occasionale» (con pene aumentate rispetto al testo in vigore). Soldi, invece, ce ne sono solo a livello locale: previsti 100 milioni per il 2023 per il contrasto alla devianza minorile e alla dispersione scolastica di Caivano. Infine, timing perfetto per l’ennesimo blitz delle forze dell’ordine nel centro di Caivano: sequestrati 10 chili di stupefacenti e armi da guerra, compresa una mitragliatrice. Due, le persone arrestate. Piantedosi: «Questi interventi andranno avanti per tempo illimitato».