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Biden tra i missili promette altri 33 miliardi di aiuti

Biden tra i missili promette altri 33 miliardi di aiutiBiden durante la visita alla Lockheed Martin – Ap

Usa/Ucraina L'appello al Congresso dalla fabbrica di anti-carro Javelin della Lockheed Martin e la retorica di guerra di un presidente mai così impopolare

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 maggio 2022

Appena tornato dall’Alabama dove ha visitato la Lockheed Martin, la fabbrica di missili anti-carro Javelin destinati a Kiev, il presidente Usa Joe Biden ha invitato il Congresso a stanziare rapidamente 33 miliardi di dollari per un nuovo pacchetto di aiuti militari statunitensi all’Ucraina,

Il nuovo pacchetto di aiuti economici ha lo scopo di sostenere l’Ucraina non solo militarmente, ma anche dal punto di vista umanitario ed economico, ma con una notevole sproporzione: oltre 20 miliardi verrebbero stanziati per l’appoggio militare e l’invio di armi, 8,5 per l’assistenza economica e circa tre per assistenza umanitaria e crisi alimentare.

UN PACCHETTO definito da Biden «un sacrificio contro le atrocità» e che dovrebbe coprire le spese Usa per la guerra in Ucraina fino alla fine di settembre. «Esorto il Congresso a passare rapidamente questo finanziamento per aiutare l’Ucraina a continuare ad avere successo contro l’aggressione russa – ha detto Biden – proprio come hanno fatto quando hanno vinto la battaglia di Kiev e per assicurarsi che gli Stati uniti e i nostri alleati possano ricostituire lo stock di armi e sostituire quello che abbiamo già inviato in Ucraina. Questa lotta non sarà a buon mercato, ma cedere all’aggressività sarebbe anche più costoso».

La misura si va ad aggiungere ai circa 13 miliardi di dollari che l’amministrazione ha già dato in aiuti a Kiev, complessivamente più di quanto gli Usa spendevano annualmente per la guerra in Afghanistan.

L’appello di Biden probabilmente non cadrà inascoltato: questo Congresso, spaccato su tutto e impossibile da compattare, sulla questione Ucraina e armamenti riesce a produrre voti bipartisan. L’esortazione del presidente è arrivata subito dopo la visita all’impianto di produzione dei missili Javelin, arma portatile e precisa, la più utilizzata dai soldati ucraini contro l’esercito russo.

DA QUANDO il Cremlino ha iniziato l’invasione, gli Stati uniti e i loro alleati hanno trasferito 5.500 missili Javelin al governo ucraino, circa un terzo di quelli in possesso dell’esercito Usa, oltre a più di 1.400 missili anti-aereo, un quarto delle scorte Usa.

La struttura dell’Alabama visitata da Biden ha circa 600 dipendenti ed è in grado di produrre circa 2.100 missili Javelin l’anno. Alla Lockheed Martin, Biden ha stretto mani e si è complimentato con gli operai che assemblano i missili, sottolineando il ruolo degli anticarro costruiti negli Stati uniti che «nelle mani degli eroi ucraini stanno facendo la differenza. È qualcosa di cui possiamo essere orgogliosi. Ci sono genitori che stanno chiamando i loro neonati Javelin o Javelinia per il successo di queste armi».

UNA RETORICA da presidente di guerra che, a pochi mesi dalle elezioni di midterm e con i sondaggi in discesa costante, è riuscito ad arginarne la caduta abbracciando il ruolo del commander in chief.

Coerente con questo profilo, durante la visita Biden ha detto di aver appreso che ogni Javelin richiede più di 200 semiconduttori, la cui produzione è messa a dura prova dalla carenza di forniture durante una pandemia; Biden ha così ricordato che l’aumento della produzione americana di semiconduttori non è solo un passo fondamentale verso la ricostruzione della produzione nazionale e l’abbassamento del costo, ma anche un elemento chiave per la sicurezza nazionale.

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