Trentacinque film da trenta diversi Paesi si potranno vedere nella sezione Panorama della Berlinale di quest’anno, dal 16 al 26 febbraio, svelata interamente dopo gli ultimi annunci di ieri, in attesa dei titoli del concorso principale che saranno resi noti il 23 gennaio. Ben undici saranno debutti assoluti alla regia, tra cui And, Towards Happy Alleys, un documentario della regista indiana Sreemoyee Singh girato però in Iran, offrirà «una visione franca della situazione precaria per i critici del regime, mostrando la lotta quotidiana senza compromessi delle donne iraniane contro la loro oppressione». Nel film sarà incluso anche un contributo del regista Jafar Panahi, incarcerato in Iran dallo scorso luglio.

Tra gli altri documentari annunciati, quello degli statunitensi Karen O’Connor, Miri Navasky e Maeve O’Boyle incentrato su Joan Baez. Con immagini mai viste dal suo tour di addio, promette di essere un film «not just for Baez fan». Sempre restando nel mondo della musica, ben due lavori saranno ambientati nel mondo dei party e dell’elettronica. Il ritorno a Panorama dell’austriaco Patrc Chiha, The Beast in the Jungle, sarà infatti una storia di amore e ossessione lunga 25 anni, dal 1979 al 2004, in un misterioso club dove si assisterà all’evoluzione dalla disco alla techno. After, il debutto del francese Anthony Lapia, sarà invece ambientato in un club parigino e anche qui la techno farà da sfondo alla storia tra Félicie e Saïd.

Nel programma, dove le tematiche lgbtq hanno tipicamente molto spazio, ci sarà anche Femme, il lungometraggio d’esordio di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping, in cui Stewart-Jarrett interpreta una drag queen londinese che viene presa di mira in un attacco omofobo e trama vendetta su uno degli autori, interpretato da George MacKay. Il tema sarà affrontato anche dal documentario di D. Smith Kokomo City, su quattro sex worker trans a New York e in Georgia.

UN FILM  atteso era Sisi & Ich di Frauke Finsterwalder, una «selvaggia reinterpretazione» del mito di Sissi, mentre Ty mene lubysh? (Do You Love Me?) dell’ucraina Tonia Noyabrova racconterà il suo Paese al tempo del collasso dell’Unione Sovietica. Un gruppo di donne impegnate in un progetto teatrale in Siria sarà al centro di Under the Sky of Damascus di Heba Khaled, Talal Derki, Ali Wajeeh; l’Africa sarà protagonista con Sira di Apolline Traoré, ambientato nel Sahel e con All the Colours of the World Are Between Black and White, debutto di Babatunde Apalowo girato a Lagos.