<USMANI_NEW>Becky, <USMANI_NEW>il simbolo della catastrofe umanitaria
Mi hanno invitato oggi, 10 dicembre 2018, nel 70simo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, a parlarne a Udine, ospite del Centro Balducci, convocato da una straordinaria persona come don […]
Mi hanno invitato oggi, 10 dicembre 2018, nel 70simo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, a parlarne a Udine, ospite del Centro Balducci, convocato da una straordinaria persona come don […]
Mi hanno invitato oggi, 10 dicembre 2018, nel 70simo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, a parlarne a Udine, ospite del Centro Balducci, convocato da una straordinaria persona come don Pierluigi Piazza. Qui in Friuli fanno accoglienza spontanea, accoglienza diffusa, speculare a quella che abbiamo fatto noi a Riace in tutti questi anni.
Un’accoglienza per tutti, senza quelle orribili distinzioni tra migranti economici, non economici, climatici. Qui tutti sono accolti, tutti hanno un tetto dove dormire e tutti un pasto per mangiare. Qui c’è un’accoglienza dilatata, che non si cura delle barriere delle leggi o dei muri in cemento. Perché per difendere un bene inestimabile come l’umanità si può disobbedire anche a leggi ingiuste.
Purtroppo in Italia da molti anni i diritti umani sono calpestati. Si fa carta straccia dei diritti dei migranti, dei diritti sindacali, dei diritti sociali. E se non c’è uguaglianza sociale non c’è dignità. Prendiamo le condizioni abitative dei raccoglitori nel Sud Italia. Vivono in ghetti, senza luce, con acqua putrida, dei veri e propri lager legalizzati. E in questa precarietà dilagante cresce il germe del razzismo e del fascismo. Il governo Conte, il governo gialloverde in carica, ha fatto dell’autoritarismo la sua bussola con effetti dirompenti sulla tenuta democratica del Paese. E oggi ipocritamente gli stessi membri del governo hanno la faccia tosta di celebrare il 70simo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo.
Ipocrisia, miseria umana. Si trasferissero per una settimana nella bidonville di San Ferdinando per capire come le loro politiche segregazioniste hanno fatto a pezzi i diritti umani. Andassero a spiegarlo alla famiglia di Becky Moses, la cui parabola è l’emblema della catastrofe umanitaria che attraversa questo mondo. Becky che vive una adolescenza sfruttata, in mezzo a miseria e prostituzione, che si indebita per il viaggio in Italia, che viene torturata prima di imbarcarsi e che, quando finalmente arriva nel “Belpaese”, è costretta a vivere in tuguri. Becky che fa domanda di asilo ma viene respinta da burocrazie insensibili e crudeli. Infine Becky che torna a prostituirsi e che trova la morte, bruciata viva, in una favela.
Chi è causa di questa persistente violazione dei diritti umani dovrà prima o poi risponderne dinanzi a una sede competente. Fu anche così con il nazismo.
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