C’è un nome per il campo largo in Basilicata, e non è uno dei (tanti) che è trapelato in questi giorni di trattative fuori controllo e profili messi nel tritacarne delle alleanze impazzite. Si tratta di Domenico Lacerenza, primario di oculistica dell’ospedale San Carlo di Potenza. Attorno alla sua figura si è trovata la sintesi in primo luogo di Partito democratico, Movimento 5 Stelle e di Basilicata Casa Comune, il soggetto fondato da Angelo Chiorazzo, che in prima battuta era stato scelto dai dem come candidato presidente. Chiorazzo fino a ieri non si era mai fatto formalmente da parte. Ha giocato con abilità sul doppio registro di concorrente ancora in campo e di detentore del pallino della mediazione il nome sul quale puntare, aveva bisogno del suo nulla osta. Altrimenti lui sarebbe rimasto in corsa, privando di fatto la coalizione che si batte contro Vito Bardi di ogni possibilità alle elezioni del 21 e 22 aprile prossimi.

«ABBIAMO INDIVIDUATO una candidatura che unisce il campo progressista e riformista. Siamo aperti a tutte le forze che insieme a noi vogliono archiviare 5 anni di governo della destra in Basilica», annuncia Giovanni Lettieri, il segretario del Pd lucano che aveva condotto la scorsa settimana l’ultima direzione regionale che si era conclusa, in un clima di scontro interno, con la conferma della candidatura di Chiorazzo ma con il mandato ai dirigenti di trovare un accordo di coalizione quanto più ampio possibile. Adesso l’alleanza sembra ricomporsi: a sostegno di Lacerenza si sono schierati anche alcuni dei partiti che avevano sbarrato la strada al candidato scelto dal Pd. «L’agenda di governo regionale che propone questa coalizione, forte della candidatura di Lacerenza, prevede in primo luogo di offrire una sanità di qualità a tutti i cittadini lucani – affermano in una nota Pd, M5S, Basilicata Casa Comune, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa – Sarà una sfida essenziale per rilanciare un territorio che ha sofferto profondo disagio per ciò che attiene la fruizione del diritto alla salute e il diritto alle cure». Le forze di quello che si definisce «campo progressista» ringraziano Chiorazzo «che si era reso disponibile a impegnarsi in prima persona per questa sfida, per la sua disponibilità a offrire il suo contributo nell’individuazione, di comune accordo, di un candidato unitario». Lacerenza risponde a stretto giro rivendicando la sua natura di «civico»: «Per me, che mi sono sempre dedicato alla professione di medico a tempo pieno, è il primo incarico politico: mi impegnerò al massimo per essere all’altezza». Arriva anche il bollino di Chiorazzo: «Tutto ciò è in linea con quella nuova storia che avevamo auspicato, proposto, chiesto». In realtà, Lacerenza non sarebbe diretta espressione della factory di Chiorazzo: è pugliese, originario di Barletta ma vive a Venosa, come il coordinatore pentastellato e deputato Arnaldo Lomuti. E vanta un buon rapporto con Vito De Filippo, che ha amministrato la Regione dal 2005 al 2013. Insomma, il suo nome scaturisce dalla mediazione tra i due principali partiti dell’alleanza.

«NON ABBIAMO partecipato al tavolo che ha scelto Lacerenza, decideremo nelle prossime ore», dicono quelli di Azione, che in Basilicata hanno la faccia di Marcello Pittella, anche lui ex presidente della Regione. Il quale adesso deve decidere se aderire al campo largo o se seguire Italia viva, che pare intenzionata a unirsi al centrodestra di Bardi. Difficile capire le intenzioni seguendo le parole di Carlo Calenda. «Non sosterrò mai un candidato sovranista e populista», ha detto nel pomeriggio di ieri, prima che arrivasse l’annuncio di Lacerenza, ospite del web-talk del gruppo Gedi. Ma subito ha voluto precisare: considera il forzista Bardi «un moderato liberale». Significa che questa volta aderirà al centrodestra? Nient’affatto. «Il mio obiettivo è cercare un’alternativa. In questo momento in Basilicata c’è solo Bardi. Oggi ho sentito Elly Schlein e le ho detto: apriamo una discussione molto rapidamente altrimenti rischiamo che non ci sia il candidato». Solo che ora il candidato c’è, e Azione deve decidere da che parte stare.