Basilicata, il campo si stringe: il Pd conferma Chiorazzo
Regionali La direzione regionale ribadisce la fiducia al candidato che non piace al Movimento 5 Stelle
Regionali La direzione regionale ribadisce la fiducia al candidato che non piace al Movimento 5 Stelle
Mentre in Abruzzo il voto della prossima settimana assume sempre di più i contorni della battaglia campale, che potrebbe confermare la prima vera crisi di consensi della destra e di Giorgia Meloni, la partita si complica per il «campo largo» in Basilicata.
Ieri, il Partito democratico ha deciso di tira dritto. E nonostante il no del Movimento 5 Stelle, per la presidenza della Regione Basilicata rinnova la sua fiducia ad Angelo Chiorazzo, imprenditore cattolico nel settore dell’accoglienza e della sanità sceso in campo con il suo movimento Basilicata Casa Comune e poi sposato dai dem fin dallo scorso autunno. «Ritengo di interpretare il pensiero di larga parte del Pd confermando la valutazione positiva del lavoro svolto da Basilicata Casa Comune e da Chiorazzo, ritenendolo valore aggiunto alla base elettorale del centrosinistra» ha detto ieri il segretario lucano Giovanni Lettieri nella relazione che ha aperto la direzione regionale da Potenza. C’era anche l’ex ministro della Sanità, il potentino Roberto Speranza, che nei giorni scorsi era stato indicato come possibile nome di compromesso ma che si era quasi subito tirato fuori dai giochi per le regionali del 21 e 22 aprile prossimi. C’erano anche due esponenti di primo piano della segreteria nazionale di Elly Schlein: il responsabile enti locali Davide Baruffi e Igor Taruffi, che ha la delega all’organizzazione.
Chiorazzo è di fatto in campagna elettorale dallo scorso dicembre insieme alla rete di associazioni che lo sostiene (con qualche vecchia conoscenza del centrosinistra locale: si fa il nome dell’ex presidente di Regione e senatore Filippo Bubbico). La sua struttura è ramificata al punto che più di un osservatore locale dice che anche se al Nazareno dovessero cambiare idea, l’imprenditore andrebbe avanti con la sua candidatura. Dal canto suo, ieri Chiorazzo era a Roma. Prima ha fatto un salto alla Nuvola, al congresso del Pse, per tastare il polso alla dirigenza nazionale del Pd. Poi è andato in Vaticano, dove è stato fotografato accanto a Bergoglio e, tra gli altri, a Gianluigi Buffon in occasione della riunione del comitato organizzatore della Giornata internazionale dei bambini.
«Dobbiamo tutti rifuggire dalle tentazioni di prove muscolari nel centrosinistra – ha avvertito ieri Lettieri a proposito delle divisioni nel campo largo – Avrebbero come unico risultato la sconfitta, con due anime che si addebitano le responsabilità di avere, di fatto insieme, affossato la Basilicata e il futuro della nostra gente. Dobbiamo lavorare senza tregua nelle prossime ore tutti insieme, partiti movimenti politici e civici, per creare quel campo largo, quel campo giusto che deve contenere le forze del centro sinistra che si oppongono a questo inconcludente governo regionale».
Sempre ieri, è circolato un sondaggio Ipsos: pare creato ad arte per influenzare la partita in corso. Il rilevamento sostiene che Chiorazzo sarebbe vincente se sostenuto da un fronte unito: arriverebbe al 48,8-54,8%, rispetto al 45,2%-51,2% di Vito Bardi, presidente uscente marchiato Forza Italia ricandidato dalla destra. Il 58% degli elettori di centrosinistra, affermano i risultati, si dichiara a favore di una coalizione unica, con un programma e un candidato comune, il 27% è contrario, il 15 dice di non sapere. Tra i favorevoli al cosiddetto «campo largo», il 68% sarebbero elettori del Pd, il 42% di altri partiti del centrosinistra e addirittura il 66% dei 5 Stelle. I quali tuttavia non si fidano di Chiorazzo, che ha un passato di andreottiano e un’amicizia presente con Letta (Gianni). Puntavano sul magistrato Alberto Iannuzzi, che però ieri ha detto di non volersi candidare «anche alla luce delle limitazioni della legge Cartabia».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento