Baobab: «Noi non smobilitiamo, l’emergenza migranti non è ancora finita»
I volontari del Baobab «Baobab non chiude perché i bisogni di chi si trova per strada rimangono». È il succo della conferenza stampa organizzata ieri dagli attivisti del progetto di accoglienza e solidarietà. In […]
I volontari del Baobab «Baobab non chiude perché i bisogni di chi si trova per strada rimangono». È il succo della conferenza stampa organizzata ieri dagli attivisti del progetto di accoglienza e solidarietà. In […]
«Baobab non chiude perché i bisogni di chi si trova per strada rimangono». È il succo della conferenza stampa organizzata ieri dagli attivisti del progetto di accoglienza e solidarietà. In effetti, ritirate le ruspe e spente le telecamere, decine di persone sono tornate a dormire in piazzale Spadolini. «Mentre la polizia smantellava le tende, la sala operativa sociale ha censito 180 individui – dice Giovanna Cavallo, del legal team – La maggior parte sono finiti in centri di prima accoglienza. 57 persone, invece, sono state lasciate per strada». Come siano usciti i posti in accoglienza e perché qualcuno sia rimasto escluso sono domande che non trovano risposta.
«ABBIAMO CHIESTO UN TETTO per queste persone ogni giorno per 12 mesi – continua Cavallo – Quando la notizia dello sgombero ha iniziato a circolare, il comune ha convocato un tavolo con le associazioni. Ci hanno detto, però, che il confronto non avrebbe potuto fermare la polizia. Se le ruspe sono più forti della politica, significa che questa si è arresa». L’ordine di smantellare le tende di Baobab, quindi, sarebbe partito direttamente dal ministero dell’Interno, mentre il comune stava cercando finalmente di mettere una toppa. Una dinamica che può diventare molto pericolosa per la giunta Raggi. Salvini ha annunciato altri 27 sgomberi, ma le operazioni di polizia in diretta facebook non cancellano le persone. Difficile credere che la percezione di sicurezza dei cittadini romani aumenterebbe se ci fossero migliaia di nuovi senza casa.
«DOPO LO SGOMBERO Roma è meno sicura – dice Andrea Costa, di Baobab – Quello era un punto di riferimento per tante persone che continueranno ad aggirarsi intorno a stazione Tiburtina». Baobab è nato circa tre anni fa, ha assistito 80mila migranti e subito 22 sgomberi. Al presidio umanitario giungono persone in transito verso il nord Europa, di passaggio nella capitale per rinnovare i documenti di soggiorno o rispedite in Italia dal regolamento Dublino. Per loro non esiste alcun circuito di accoglienza. «Al di là della retorica del governo, gli arrivi continuano – dice Luca Blasi, dell’ong Intersos – Negli ultimi mesi abbiamo registrato un picco di minori non accompagnati: nel nostro centro ne sono giunti circa 500, di cui il 90% passati da Baobab».
LA CONFERENZA STAMPA si conclude alle 12. Un’ora dopo a piazzale Spadolini ci sono una quarantina di migranti. Niente più tende, né gazebo, ma valigie al seguito e materassi per terra. Di sfondo, la nuova stazione Tiburtina e l’avveniristico quartier generale di Bnp Paribas. Passerelle e scale si arrampicano sulle vetrate a specchio del palazzo della finanza, puntando verso l’alto. Sotto, intanto, c’è chi non ha più nemmeno una tenda in cui riparsi. Una cartolina che racconta Roma meglio di tante parole.
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