Cultura

Banlieue, quando il noir indaga l’allarme sociale

Banlieue, quando il noir indaga l’allarme sociale

Narrativa «Codice 93», l’esordio di Olivier Norek per Rizzoli. Il primo romanzo di una trilogia che racconta senza retorica la periferia parigina. Le presentazioni con l’autore oggi e domani a Roma, venerdì 1 marzo a Pisa

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 28 febbraio 2024

«Per entrare nella maggior parte dei palazzi dei quartieri popolari, le famigerate cité, della Seine-Saint-Denis, basta spingere la porta. Quello di Bébé non faceva eccezione. Un citofono divelto dal muro, appeso a un filo elettrico. Vetri dell’atrio rotti, serratura fracassata, cassette della posta vandalizzate per i più fortunati, bruciate per gli altri. Benvenuto».

SE FAR EMERGERE l’envers du décor delle campagne nebbiose come dei placidi lungosenna consentiva a Georges Simenon di tracciare un ritratto perlopiù spietato della provincia francese o delle sinistre virtù della piccola borghesia, il quadro della dura vita di periferia che ritorna nei suoi romanzi, permette, al contrario, a Olivier Norek di sottolineare come proprio in mezzo alle rovine ci sia spesso anche del sublime.

Tra i nomi più interessanti del nuovo noir francese, Norek ha all’attivo una decina di libri ma, dopo che negli ultimi due anni sono stati tradotti Superficie, Tra due mondi e Il pescatore di anime, esce solo ora nel nostro Paese, sempre per Rizzoli, Codice 93 (traduzione di Maurizio Ferrara, pp. 292, euro 18) il primo capitolo della trilogia dedicata alla banlieue che gli è valsa una notorietà crescente in tutta Europa.

Fin dal titolo, l’autore che ha un passato nelle forze dell’ordine della periferia parigina, conduce i lettori in un territorio a un tempo reale e immaginario. Infatti, «93», il numero che indica il dipartimento della Seine-Saint-Denis, la vasta area metropolitana che sorge nel nord di Parigi e raccoglie oltre un milione e mezzo di abitanti – quasi una città nella città -, è divenuto progressivamente sinonimo di culture urbane, dello stesso sviluppo del rap transalpino che ha visto nascere da queste parti fin dalla fine degli anni Novanta gruppi come i Ntm, di nuovi movimenti e voglia di riscatto.

ALLO STESSO TEMPO, il «blasone» in declino della ex banlieue rouge è diventato per molti un triste sinonimo di criminalità, droga, emarginazione e jihadismo: qualcuno ricorderà come nel 2015 le indagini sugli assassini del Bataclan portarono gli inquirenti proprio da queste parti. Olivier Norek, come detto, ha però scelto di rovesciare il piano narrativo che sembra andare per la maggiore, non tanto per negare la crisi che da tempo attraversa la periferia parigina, ma per indicare oltre alle cause anche alcuni possibili antidoti. Restituendo, pur senza alcuna retorica, la parola ai protagonisti di quelli che a lungo si è voluto considerare come «territori perduti della République».

Lo stesso protagonista di questo romanzo, che nel 2013 segnò il debutto di Norek come scrittore, il capitano della squadra anticrimine del 93°, Victor Coste, e che l’autore non ha poi perso troppo di vista anche in seguito, guarda con disincanto ma non certo con cinismo a questa cintura urbana di Parigi dove i villini diventano palazzine e le palazzine casermoni e dove sembra siano stati stipati soprattutto i poveri e gli immigrati.

DOVENDOSI CIMENTARE con un’indagine nella quale le morti inspiegabili si susseguono, che mette in luce tutta la brutalità e la violenza che circonda l’industria dello spaccio, Coste che è abituato a dubitare della prima impressione, finirà per seguire una pista che conduce ad una signorile magione di Saint–Cloud, la periferia chic dove vive, tra le altre, la famiglia Le Pen e a scoprire come i crimini di strada molto spesso nascondano interessi e ambienti ben più influenti.

Così, in una storia dal ritmo incalzante, dove la vendetta personale assume a tratti i contorni di una sorta di «affare di Stato» e gli agenti fanno i conti con manomissioni e ostacoli «dall’alto» alle loro ricerche, Olivier Norek finisce per riflettere più su ciò che si sta giocando sulle spalle della banlieue e dei suoi abitanti, come il progetto della cosiddetta Grande Parigi che prevede di inglobare interi territori nell’area urbana della capitale, costi quel che costi sul piano sociale. In tale prospettiva, anche la tradizionale rappresentazione delle periferie calde lascia il campo ad un uso selettivo delle statistiche sulla criminalità i cui indici in salita non favoriscono certo l’afflusso degli investimenti. L’envers du décor è svelato e ha una cifra con cui indicarlo: il Codice 93.

L’autore presenta il romanzo in Italia: oggi e domani a Roma, rispettivamente alla Libreria Nuova Europa – I Granai (ore 18,30) e a Ubik Tiburtina (ore 18,30), venerdì alle Officine Garibaldi di Pisa (ore 18).

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