Schizzano in alto i prezzi di grano e mais. In un solo giorno al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, sia il grano (+6,6%) che il mais (+4,6%) hanno messo a segno i rialzi più consistenti da inizio marzo.

Nel complesso da inizio anno il grano ha visto un rialzo del 14%, il mais del 31%. I prezzi resteranno «volatili e sensibili» agli sviluppi internazionali, legati alla guerra in Ucraina e alle condizioni meteo, spiegano gli analisti.

L’Ucraina è uno dei principali produttori ed esportatori, nel mondo esporta il 10% del frumento tenero destinato alla panificazione per un totale di oltre 18 milioni di tonnellate ma anche il 15% del mais per oltre 27 milioni di tonnellate.

Il balzo delle quotazioni delle materie prime alimentari riflette anche il ridimensionamento delle previsioni produttive a livello globale, dove la produzione mondiale di grano per il 2022/23 è stimata in calo a 769 milioni, per effetto della riduzione in Ucraina con un quantitativo stimato di 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione ma anche negli Usa (46,8 milioni) e in India (105 milioni), secondo l’analisi della Coldiretti, mentre in controtendenza, il raccolto di grano cresce del 2,6% in Russia.

«Anche la Commissione europea – continua la Coldiretti – ha rivisto al ribasso le prospettive a breve termine del mercato agricolo con la produzione totale di cereali nei 27 Paesi che dovrebbe raggiungere 286,4 milioni di tonnellate, il 2,5% in meno rispetto alla stagione 2021/2022».

In Italia «la produzione di grano è stimata quest’anno in forte calo con un taglio medio superiore al 15% per effetto dei rincari dei costi di produzione e della siccità».