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Bakhmut «perde» appeal. Kiev ha bisogno della controffensiva

Bakhmut «perde» appeal. Kiev ha bisogno della controffensivaSoldati ucraini sulla linea del fronte a Bakhmut – Ap

Guerra ucraina La battaglia campale non trova soluzione. E Zelensky prova ad accelerare. Londra: Putin richiamerà altri 400mila riservisti

Pubblicato più di un anno faEdizione del 31 marzo 2023

La controffensiva ucraina inizierà tra aprile e maggio. A dirlo è il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, in una lunga intervista al canale estone Err, nella quale si specifica che i Leopard 2 appena ricevuti saranno parte dell’operazione. Intanto, dall’altra parte del confine, il Cremlino potrebbe presto annunciare una nuova mobilitazione.

LA CONTROFFENSIVA ucraina a questo punto è diventata quasi una necessità. Bakhmut sta esaurendo la sua carica mediatica come battaglia campale per la difesa del paese e persino il presidente Zelensky ha affermato che un’eventuale sconfitta nella cittadina del Donbass potrebbe avere conseguenze gravissime per la resistenza ucraina.

Il leader ucraino si è spinto addirittura a sostenere che «perdere Bakhmut potrebbe spingere la Russia a porre dei compromessi inaccettabili. Putin potrebbe usare la vittoria a suo vantaggio ‘vendendola’ all’Occidente, alla sua opinione pubblica, all’Iran e alla Cina» e anche in patria l’opinione pubblica ucraina potrebbe iniziare a fare pressioni sul governo affinché si raggiunga un accordo.

Appare poco credibile che da un giorno all’altro il leader carismatico che ha incantato il mondo con le sue frasi a effetto e il suo coraggio pensi che i suoi cittadini possano voltargli le spalle, ma è utile analizzare il perché quella frase sia stata pronunciata ora. Nonostante i militari russi e i mercenari della Wagner stiano «subendo un’enorme quantità di perdite nell’area di Bakhmut» e che «la battaglia per la città si è trasformata in un massacro per i russi», come ha dichiarato ieri il capo di Stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley, è altrettanto vero che le vittime si accumulano spaventosamente anche dal lato ucraino.

Per Milley «gli ucraini attuano una difesa molto efficace che si è rivelata dispendiosa per i russi» e i caduti di Mosca si aggirano intorno ai «6mila mercenari effettivi e altre 20 o 30mila reclute, molte arrivano dalle carceri». Il generale statunitense conclude affermando che «negli ultimi 21 giorni, i russi non hanno fatto alcun progresso a Bakhmut». Ma è davvero così?

SE RACCOGLIAMO le informative dello Stato maggiore e della Difesa di Kiev delle ultime tre settimane per ben sette volte si parla di «qualche avanzamento» da parte delle forze nemiche. E ieri nuovamente: «I nostri difensori tengono la città e respingono numerosi attacchi nemici» ma «le forze nemiche hanno avuto un certo successo nelle loro azioni volte a prendere d’assalto la città di Bakhmut». Anche l’Istituto per gli studi sulla guerra, attivissimo dall’inizio del conflitto, ha più volte riportato, come ieri, che «le forze russe sono avanzate nel sud e nel sud-ovest di Bakhmut».

Poco più a sud nella città di Avdiivka, sulla prima linea fin dal 2014, il capo dell’amministrazione militare locale, Vitalii Barabash, ha ordinato l’evacuazione obbligatoria delle famiglie con bambini. Nella città dell’oblast di Donetsk risiedono ancora 2mila persone, di cui almeno sei bambini. «Comunque una diminuzione significativa rispetto ai circa 50 bambini presenti tre settimane fa», ha dichiarato Barabash.

L’ordinanza è resa possibile dalla legge del 7 marzo approvata dal consiglio dei ministri su proposta del ministero per la Reintegrazione dei territori occupati che rende obbligatoria l’evacuazione delle famiglie con bambini dalle zone di combattimento attive. Considerata la crescente intensità dei combattimenti ad Avdiivka e nell’area circostante, i funzionari ucraini avvertono da settimane che Avdiivka potrebbe diventare «una seconda Bakhmut».

DA LONDRA intanto il ministero della Difesa britannico avverte che Mosca si starebbe preparando a una nuova campagna massiccia di arruolamenti per 400mila soldati, indicando come «altamente improbabile» il successo della «leva volontaria». Sui canali telegram filo-russi, tuttavia, si legge di 147mila uomini da richiamare tra il 1° e il 15 aprile.

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Mosca, arrestato giornalista del Wsj: «Spia»

Un giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, è stato arrestato a Ekaterinburg dai servizi di intelligence interni russi, l’Fsb. Gershkovich, 32 anni, è regolarmente accreditato presso il ministero degli Esteri russo e risiede a Mosca da sei anni. Nel suo ultimo articolo sul Wsj ha scritto dell’effetto negativo delle sanzioni sull’economia russa. I federali russi hanno aperto un procedimento ai sensi dell’articolo 276 del codice penale (spionaggio, appunto): Gershkovich rischia fino a 20 anni di carcere. Nella nota dell’Fsb si legge: «Su istruzione degli Stati uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, un segreto di Stato» e per questo è stato condannato, temporaneamente, a due mesi di prigione. Da Washington chiedono il suo rilascio immediato e invitano tutti i cittadini Usa a lasciare la Russia.

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Consiglio di sicurezza Onu, lo presiede Lavrov

La diplomazia internazionale continua a muoversi su fronti paralleli mentre in Ucraina si combatte. Dal primo aprile e per la prima volta dall’inizio del conflitto (le rotazioni sono mensili), la Russia presiederà il Consiglio di sicurezza Onu. La portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha annunciato che la prima riunione dell’assemblea dei 15 paesi del CdS sarà presieduta dal titolare del suo dicastero Sergei Lavrov. Intanto da Washington fanno sapere che il segretario di stato Usa Anthony Blinken parteciperà alla riunione dei ministri degli esteri dei paesi Nato dal 3 al 5 aprile. Alla tre giorni Blinken incontrerà il segretario generale dell’Alleanza atlantica Stoltenberg, l’alto rappresentante della politica estera Ue Borrell e il ministro degli Esteri ucraino Kuleba.

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