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Avviso di garanzia e imputazione coatta, riforme come vendette

Avviso di garanzia e imputazione coatta, riforme come vendette

Giustizia Il ministro affida a fonti anonime di via Arenula l'annuncio di novità interessate. Anm in trincea, oggi il comitato direttivo: minano a demolire la fiducia dei cittadini

Pubblicato più di un anno faEdizione del 8 luglio 2023

Un salto indietro nel tempo. Lo scontro frontale tra la destra e la magistratura non si è esaurito con la scomparsa di Silvio Berlusconi. Infatti è tornato di gran moda questa settimana, e i toni sono quelli di sempre: altissimi, sguaiati. Così come sono quelle di sempre le argomentazioni: è tutto un grande complotto contro il governo.

E così, dopo l’autodifesa di Daniela Santanchè in senato e dopo l’imputazione coatta del sottosegretario alla giustizia Delmastro, ieri è arrivato anche il caso La Russa: figlio indagato per violenza sessuale e padre che commenta con parole a dir poco allucinanti.

Non basta: le «fonti di palazzo Chigi» che accusano «parte della magistratura di voler fare opposizione» e di voler sabotare la riforma della giustizia si sono trasformate in post sui social e dichiarazioni di deputati e senatori di Fdi a ripetere il refrain per imprimerlo bene nella memoria dell’opinione pubblica. E ancora, ecco da via Arenula l’annuncio nuova stretta sulla pubblicazione non solo delle intercettazioni ma anche degli avvisi di garanzia, da tenere segretissimi fino alla fine delle indagini. Tutto qui? Macché, ciliegina sulla torta è l’idea di intervenire sull’imputazione coatta, definita senza mezzi termini «irrazionale».

Non sfugge che queste ultime due uscite siano arrivate in straordinaria coincidenza con le lamentele di Santanchè per la notizia pubblicata da Domani sulla sua iscrizione nel registro degli indagati per l’affaire Visibilia e con la decisione del gip di Roma Emanuela Attura di mandare a processo Delmastro nonostante la richiesta di archiviazione della procura. Per l’uscita (assolutamente pilotata) di questi spifferi, l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte ha chiamato in causa Nordio in persona. «Quello che è irrazionale è il modo in cui al ministero della giustizia si affrontano questi temi – dice – pretendendo di cambiare tutte le norme la cui applicazione possa loro sembrare occasionalmente sgradita. Non è il modo più adatto per chi riveste responsabilità così delicate come quelle del ministro della giustizia, ovvero assecondare gli umori più bassi e turbolenti della classe politica di cui pure ha deciso di far parte». Per gli avvocati, il presidente dell’Unione camere penali Giandomenico Caiazza sottoscrive la necessità di rivedere la questione dell’imputazione coatta ma, segnala, «è una norma che esiste dalla fine degli Anni 80. Ce ne accorgiamo solo ora?».

Sullo sfondo resta il sogno della destra di rivedere globalmente la giustizia penale, soprattutto per quello che riguarda la separazione delle carriere di giudici e pm. Vorrebbe dire mettere mano alla Costituzione, dunque non se ne parlerà seriamente a breve, ma non c’è dubbio che il bersaglio grosso sia quello. Non è del tutto un caso, in questo senso, che da ieri sui social i gruppi e le pagine, per così dire, «di base» della destra continuino a rilanciare un video in cui la giudice Attura si dice «spaventata» dalla separazione delle carriere: la prova provata del complotto giudiziario ai danni del governo. Fa niente che, dando torto alla procura, la gip abbia dimostrato che può esserci indipendenza di giudizio anche a carriere unite.

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Nel nome del padre

Ieri pomeriggio, a Roma, si è intanto riunita la giunta dell’Anm, mentre oggi e domani tocca al comitato direttivo centrale. Si tratta di appuntamenti programmati, ma il tema del governo che va all’attacco della magistratura si è imposto come centrale. In un’intervista rilasciata ad Affari Italiani, la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena ha definito «pericolosissimo» il tentativo di palazzo Chigi di politicizzare la magistratura accusandola di fare opposizione al governo. «Si fa passare l’idea che una parte della magistratura utilizzi il proprio legittimo potere per colpire una parte politica – attacca Maddalena -. È una campagna pericolosa in uno stato di diritto: se i cittadini si convincono che la magistratura si piega a questi scopi, come potranno avere fiducia nella giustizia? Specie se a dirlo è la stessa presidente del Consiglio».

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