Un anno dopo la strage di Cutro i due filoni penali procedono a velocità diverse. Quello sui presunti scafisti ha portato alla condanna a 20 anni di carcere di un cittadino turco, l’unico ad aver chiesto il rito abbreviato. Per gli altri tre, un turco e due pakistani, continua il processo. Rischiano pene più alte (già con le regole precedenti agli inasprimenti introdotti dal dl Cutro). La prossima udienza è il 10 aprile.

Nell’ultima il pescatore Ivan Paone, che era presente sulla spiaggia, ha raccontato: «Quando ho chiamato la Guardia costiera per avvisarla della presenza di una barca in pericolo mi hanno detto che sapevano già dell’imbarcazione naufragata ma sul posto, in quel momento, non c’era ancora nessuno».

La chiusura indagini sul filone relativo ai mancati soccorsi è attesa entro un mese. Sei gli indagati: tre coperti da omissis e tre finanzieri in servizio a Vibo Valentia, Taranto e Crotone. Nei giorni scorsi è stato rivelato un particolare importante: la notte del naufragio nella control room di Frontex a Varsavia c’erano due ufficiali italiani. Avrebbero sottovalutato il pericolo.