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Astensionismo record in Tunisia. Ma il Paese resta in mano a Saied

Tunisi, sostenitori di Kais Saied festeggiano dopo l’annuncio dei risultatiTunisi, sostenitori di Kais Saied festeggiano dopo l’annuncio dei risultati – Anis Mili /Ap

L'esito delle elezioni Vota il 28,8% degli aventi diritto, e solo il 6% degli under 35. Sarebbero il 90,96% le preferenze per il presidente in carica

Pubblicato 4 giorni faEdizione del 8 ottobre 2024

Kais Saied si conferma per altri 5 anni presidente della repubblica tunisina e lo fa già dal primo turno. 90,96% sono le preferenze avute dal presidente uscente secondo quanto riportato dalle proiezioni Sigma, le uniche ammesse e riportate dalla televisione tunisina due ore dopo la chiusura dei seggi avvenuta domenica alle 18.

I PRIMI RISULTATI parziali – una novità per le elezioni tunisine – verranno annunciati solamente nella serata di lunedì, a più di 24 ore dalla chiusura delle urne, ma gli avversari di Saied hanno già dichiarato di non riconoscere tale sconfitta. Un plebiscito, quello del presidente in carica, che era annunciato già fin dalla vigilia, ma che è stato legittimato da solamente il 28,8% degli elettori. Una percentuale che rappresenta un record negativo per le elezioni presidenziali e anche per Saied, che nonostante l’ampio margine di vittoria ha visto ridurre notevolmente il suo elettorato diretto.

Se le prime parole del presidente tracciano un continuum con quello che è diventato il suo mantra, ovvero una «lotta di liberazione nazionale» per «ripulire il paese da corrotti e cospiratori», i suoi avversari non sembrano accettare cosi facilmente l’esito delle urne. Zouhair Meghzaoui – che stando alle proiezioni si aggirerebbe intorno al 1,97% – ha dichiarato subito dopo la loro pubblicazione che le cifre sono erronee e ha invitato le forze dell’ordine a vegliare sul corretto scrutinio.

I PORTAVOCE della campagna di Zammel invece – che attualmente è in carcere con una condanna in appello a 20 mesi ed una in primo grado a 12 anni per reati inerenti il suo processo di candidatura – hanno affermato nella serata di domenica che il loro candidato avrebbe i numeri per passare a un secondo turno, mentre i sondaggi lo danno appena al 7,35%. Voti che rischiano comunque di essere invalidati a causa della sua posizione giuridica, stando a quanto dichiarato da Najila Abrougui – membro dell’istanza superiore e indipendente per le elezioni, organo che ne assicura la gestione.

Soltanto nelle prossime ore si saprà se verranno effettivamente presentati dei ricorsi e ci saranno colpi di scena, che restano comunque poco probabili in un clima che è stato fin ad ora caratterizzato non da dibattiti politici – rifiutati da Saied – ma da notizie di ostacoli alle candidature, arresti di candidati e cambi di legge in corso. Episodi che hanno lasciato poco margine per provare quanto meno a costruire un’alternativa a Saied.

IN UN PAESE con un debito pubblico sempre più elevato e importanti scadenze di prestiti alle porte, le sfide che attendono Saied – e più in particolare il popolo tunisino – non sembrano essere delle più rosee.

Quello che è sicuro, è che in un clima politico in cui anche questa volta i partiti tradizionali non hanno dato indicazioni di voto e risultano sempre più lontani dalla scena politica, i veri vincitori continuano a essere l’astensionismo e la disillusione dei giovani. Solo il 6% degli under 35 si è recato alle urne per esprimere la propria preferenza.

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